La Cgil invade la città al grido di “Lavoro!”

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LECCO – Un fiume di bandiere rosse ha invaso la città al grido di “Lavoro!”. E’ la manifestazione della Cgil di Lecco che dal presidio inizialmente convocato martedì mattina davanti alla Prefettura,  si è trasformato in un corteo che è sceso giù per corso Promessi Sposi verso il Ponte Vecchio, per poi attraversare la provinciale malgratese fino al ponte Nuovo e da lì verso piazza Garibaldi.

Più di 300 persone hanno sfilato per le vie di Lecco, tra questi delegati e delegate, lavoratori e le lavoratrici delle aziende in crisi e i precari della Pubblica Amministrazione.

Un momento di protesta che la Cgil ha voluto organizzare con l’obiettivo di denunciare la situazione di gravissima crisi che sta colpendo il territorio di Lecco, con la chiusura di decine di aziende in tutti i settori produttivi, l’aumento della precarietà, i tagli alla spesa pubblica.

C’erano i rappresentanti dei lavoratori dell’Airoldi Paolo Costruzioni di Lecco, in procedura preconcorsuale, quelli della ERC di Calolziocorte, in contratto di solidarietà così come quelli delle Trafilerie Brambilla, quelli della Valagussa di Malgrate, fallita nei mesi scorsi, della Vacuu Pum di Brivio, che si avvia alla liquidazione, e della Grattarola di Cortenova, senza stipendio da mesi.

Sono solo alcuni dei nomi delle tantissime aziende che in crisi, per un totale di oltre 9 mila lavoratori interessati dalla cassa integrazione. A loro si sommano i 6 mila posti persi dal 2008 e i disagi dei dipendenti pubblici,da anni con lo stipendio bloccato. C’erano anche loro in manifestazione, insieme a disoccupati e pensionati.

“Abbiamo consegnato al prefetto l’elenco nominativo di tutte le aziende in crisi – ha dichiarato il segretario generale di Cgil Lecco, Wolfango Pirelli – le abbiamo spiegato le situazioni più gravi  dove sono mesi che i lavoratori non prendono lo stipendio, dove la cassa integrazione  è arrivata a 8 mesi dall’accordo. Dietro i numeri della crisi ci sono delle persone, delle famiglie, dei figli e dei genitori”.

Una manifestazione pacifica, ma carica di frustrazione per la situazione difficile e per la politica che a giudizio del sindacato non sta facendo abbastanza. Bersagliata di fischi la sede lecchese di Confindustria, nel passaggio da via Caprera.