LECCO – Cresce il prezzo dei prodotti alimentari a novembre ma nel complesso l’inflazione a Lecco si tiene sui livelli del 2012.
Nel mese di novembre 2013, l’indice locale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi si attesta a 105,8 esattamente allo stesso livello del mese di ottobre e mentre rispetto al novembre dello scorso anno è crescita di 0,2 punti (era al 2,3%). A livello nazionale, Lecco e Varese presentano i valori più bassi di inflazione, dopo Palermo (-0,3%).
Sono le percentuali rese note dall’Ufficio Statistica del Comune di Lecco che ha elaborato i dati Istat: “Nonostante il valore in leggero rialzo registrato a novembre, stiamo assistendo a un progressivo rallentamento dell’inflazione, diminuzione generalizzata che coinvolge tutte le tipologie di beni e servizi con particolare riguardo ai beni energetici – spiegano dal Comune – Di contro c’è un considerevole aumento dei beni alimentari, anche quelli freschi che in questa ultima parte dell’anno stanno recuperando i cali dei mesi scorsi attestandosi, tra l’altro, a livelli superiori a quelli base”.
Nel settore alimentare, a subire gli incrementi maggiori rispetto ai prezzi di ottobre sono frutta e verdura, rispettivamente in aumento del 11,2% e del 5,7%
Aumenti anche per il comparto “pane e cereali” (0,3%). Il prezzo della merenda preconfezionata aumenta anche nel mese di novembre (da inizio anno il prodotto ha registrato una variazione in aumento di oltre 11 punti). Sempre nello stesso comparto, tra i prodotti in calo si segnalano invece i crakers (-1,7%) e il riso (-1,1%).
Il gruppo “carni”, registra un aumento dell’indice dello 0,7%; tra i prodotti in aumento si evidenzia il coniglio fresco (+6,5%), già in aumento nel mese scorso in quanto legato alla stagionalità, e il petto di pollo (+5,2%).
Per quanto riguarda i latticini, la forte contrazione del prezzo del fior di latte (-3,7%), la cui diminuzione è da imputare alla casa di produzione, e la diminuzione un poco più contenuta del parmigiano reggiano (-1,7%), hanno “bruciato” gli aumenti generalizzati di quasi tutti gli altri prodotti del gruppo: tra i più alti c’è comunque la fontina (+ 2,5%), il grana padano (+2%); il formaggio stagionato a produzione locale e emmenthal (+1,7%)
Aumento generalizzato (+0,4%) per i prodotti del comparto che comprende olio e grassi, come il burro e la margarina.
In calo il prezzo dei dolciumi: i gelati multipack diminuiscono del 5,1% il prezzo del mese precedente; L’ovetto di cioccolata registra invece una variazione in aumento di quasi un punto (oltre il 15% dall’inizio dell’anno) così come per la confettura a base di frutta (+0,8%). Forte diminuzione di prezzo per la maionese (-9,1%) e per il caffè decaffeinato e tostato; è invece aumento per cacao e tè.
Passando al pesce, crolla il prezzo dei crostacei freschi (-32%) e pesce fresco di mare di allevamento (-5,6%); in aumento il prezzo dei molluschi freschi, pesce fresco di acqua dolce e pesce fresco di mare di pescata (rispettivamente +7,9%, +5,1% e + 3,5%) oltre che dei bastoncini di pesce surgelato (+2,6%).
Nelle bevande calano i prezzi dell’acqua e degli analcolici (-0,3%) ed in particolare dell’aranciata (-3,3%). L’aumento generalizzato è per gli alcolici (+2,3%) ed interessa tutti i prodotti rilevati (liquore dolce, whisky, grappa, amaro e aperitivo alcolico) da attribuire all’avvicinarsi delle festività. Molto più contenuto l’aumento dei vini (+0,3%). Le birre diminuiscono d mezzo punto (variazione da imputare alla diminuzione di prezzo della birra nazionale).