Tares: via l’ultima rata tra “confusione e disperazione”

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LECCO – Non si è verificata l’affluenza record dello scorso settembre con la scadenza della prima rata (come nella foto in pagina scattata  in quell’occasione) , ma anche in questi giorni in tantissimi si sono recati all’ufficio tributi del Comune di Lecco per chiedere chiarimenti sul pagamento della Tares.

Dopo il “caos settembrino” , infatti, l’imposta sui rifiuti ha continuato ad impensierire i lecchesi in vista del pagamento finale del 16 dicembre: moduli di versamento smarriti o non ricevuti, conti che non tornano, richieste di spiegazioni.

Situazioni note all’assessore Elisa Corti che si è augurata per il futuro un quadro normativo più chiaro rispetto a quanto accaduto quest’anno: “Aspettiamo di capire cosa cambierà nel 2014. Non vorremmo rivivere insieme ai cittadini la fase di passione del 2013”.

Elisa CortiSulla questione Tares è tornato però ad insistere il consigliere Ezio Venturini: “Questa mattina , giorno di scadenza della Tares, tanti cittadini erano ancora in coda negli uffici preposti per chiedere informazioni sulla Tares . Chi ha avuto la sorpresa ,che pur pagando la prima rata si è visto arrivare il bollettino delle agenzia delle entrate , pensionati che hanno dovuto chiedere prestiti ai figli e figli che hanno chiesto prestito ai genitori – ha denunciato il consigliere – Insomma molta confusione , code interminabili in Comune e molta disperazione in quei cittadini che proprio sotto Natale si sono dovuti privare di soldi che avrebbero permesso a loro di passare le feste felicemente” .

Una critica diretta proprio all’assessore, accusata dal consigliere IDV di non aver voluto mettere mano al numero di rate (portate da quattro a due) nonostante, denuncia Venturini, si potesse fare.

Non è stata una scelta facile né indolore e spiace che c’è chi vuol far credere ai cittadini che non ci siamo adoperati per il loro bene – gli ha replicato Elisa Corti – le regole sono cambiate troppe volte ed è rimasto a noi l’onere della decisione. Innalzare il numero di rate, a quel punto, non sarebbe stato fattibile e nemmeno tornare alla Tarsu lo è. Credo che questa possibilità, in particolare, sia stata messa sul piatto per quei Comuni che ancora non si erano adeguati alla nuova imposta”.

L’assessore ha confermato casi di persone in difficoltà con il pagamento e a queste è stata ricordata la possibilità del ravvedimento operoso, ovvero rendere noto al Comune il proprio ritardo nel versamento e per poi pagare la Tares con una lieve maggiorazione. Al contrario, se non si dovesse denunciare il mancato versamento, si incapperebbe in sanzioni amministrative. Però, come riferito dalla stessa Elisa Corti,  il 60% dei contribuenti aveva già pagato l’intero importo a settembre.

“A quelle categorie che hanno subito i maggiori aumenti, mi riferisco in particolare a quelle del commercio, spero che si muovano fin da subito con le loro associazioni affinché intervengano su quella che sarà la nuova imposta – ha concluso l’assessore – Perché è sul piano nazionale che si deve intervenire se si vogliono evitare aumenti anche di 10 volte gli importi precedentemente pagati, come è stato per la Tares. I Comuni, possono fare ben poco”.