Questa settimana a scriverci è una futura mamma:
“Buongiorno, sono Elisa, sposata con Francesco da 3 anni e a maggio nascerà il nostro primo figlio, Luca. Vi scrivo per avere un consiglio riguardo a come impostare il sonno del piccolo quando nascerà. Molte amiche dicono che erano partite con l’intento di non farli dormire nel lettone e poi hanno ceduto, ed ora non riescono più a toglierli di lì. Altre invece lo fanno per scelta. C’è chi mi dice che per fare dormire i bambini non bisogna abituarli ad addormentarsi in braccio, chi dice che bisogna lasciarli piangere e chi dice che è disumano e traumatico. Chi li ha abituati a dormire con rituali alla stessa ora e solo nel loro lettino e adesso che sono più grandi a volte è in difficoltà a conciliare questa abitudine con la voglia di uscire tutti insieme per attività serali perché il piccolo dorme solo così… Io mi sono letta un paio di libri, ma dicono tutto e il contrario di tutto. Il vero problema è che per noi il non dormire è la cosa che più ci spaventa nella nostra prossima avventura da genitori. Vorremmo partire con il piede giusto: suggerimenti?”.
Cara Elisa, crediamo che il tuo quesito sia uno dei più gettonati nelle richieste di consulenze, non solo a professionisti ma anche ad amiche, conoscenti ed addirittura sconosciuti occasionali. Il sonno dei neonati, da sempre, preoccupa i futuri genitori. Non per nulla molti autori di manuali che affrontano l’argomento hanno “fatto fortuna”.
Ma come dici tu, le teorie che trovi tra le pagine sono le più disparate, spesso strutturate in modo assolutamente rigido e incontrovertibile, quasi sempre agli antipodi le une dalle altre.
Questo semplicemente per un motivo: non esiste una tecnica, un metodo, la bacchetta magica insomma, che permetta ai genitori di far dormire sempre e comunque il proprio bambino.
E questo perché un neonato non è un elettrodomestico da impostare per farlo funzionare al meglio, né da riparare in caso di inconvenienti.
Ciò non vuol dire che non sia utile leggere ed informarsi. I testi permettono comunque di aprirsi a diverse possibilità, di ricevere consigli utili, di farsi un’idea insomma.
Ma poi sarà il vostro Luca, insieme a voi, a creare nel tempo il proprio modo di dormire. In base a tantissime variabili. La prima delle quali è l’aspetto fisiologico del sonno di un neonato, che raramente (ma davvero raramente) vede bambini piccolissimi che crollano alle 21 e dormono 12 ore filate. Inutile sperarci quindi. I loro cicli di sonno, lo avrai letto, sono diversi da quelli di noi adulti. Poi ci sono mille altre questioni: il tipo di allattamento, coliche, bisogno di contatto ecc.
Ma se è vero che non potete programmare troppo prima del tempo, è comunque utile che tu e Francesco vi confrontiate su ciò che ora credete sia meglio, anche alla luce delle vostra vita familiare. Insomma, iniziate a parlare di dove preferireste far dormire il piccolo e dei consigli letti che vi sembrano facciano per voi. Tenendo sempre presente che poi la realtà sarà inevitabilmente diversa e che tutti insieme vi dovrete adattare giorno per giorno ad essa.
Questo per dirti che è inutile nascondere che i primi mesi saranno probabilmente duri, ma anche che ce la si fa. E ce la si fa meglio insieme. Sostenendosi, sfogandosi, confrontandosi, mettendosi in discussione. Senza preoccuparsi troppo di quello che “si deve fare” ma su quello che “si può fare e per noi è meglio fare”.
Ed ecco perché nella famosa ninna nanna, dopo aver provato a dare il proprio bimbo che non dorme a vari personaggi (perché quando non si dorme la tentazione di ogni genitore è davvero quella di darlo a qualcun altro almeno per qualche ora) termina con “lo darò alla sua mamma che gli canta la ninna nanna”.
Noi aggiungiamo volentieri alla mamma anche il papà, risorsa sempre preziosissima.
Questo quindi il nostro consiglio principale, forse deludente di fronte al bisogno di risposte certe e rassicuranti. Siamo però sicure che avrai già ricevuto migliaia di opinioni e non avrebbe senso aggiungerne altre, inevitabilmente ancora diverse e lontane dalla vostra quotidianità familiare perché calate dall’alto. Sarete voi tre a trovare la vostra strada, quella migliore per voi in quel momento, da modificare man mano. Insieme. Questo per noi è il modo di partire con il piede giusto.
In bocca al lupo!
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru
www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it
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