Il prof. Marchesini: “Un altro canile a Lecco è possibile”

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incontro parco canile  - Marchesini - Mariani

 

LECCO – “Non dovete chiudere il canile. Avete il mio appoggio affinché questo non avvenga, perché avete la possibilità di realizzare un nuovo tipo di canile nella vostra città”.

Queste le parole del prof. Roberto Marchesini, direttore della Scuola di Interazione Uomo-Animale , relatore d’eccezione nella serata d’approfondimento promossa da ENPA, LAV e ZAMPAMICA nella serata di venerdì.

“Il parco canile: dal canile come problema al canile come risorsa zooantropologica”, il titolo dell’incontro che le tre associazioni animaliste, già promotrici della raccolta firme per evitare la chiusura del rifugio di via Rosmini, hanno organizzato nella sala conferenze di API Lecco.

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Marchesini, docente universitario e tra i massimi esponenti mondiali della zooantropologia, si è soffermato sulla concezione che la società contemporanea ha maturato nei confronti del mondo animale nell’ambiente urbano: “C’è molta ignoranza – ha denunciato il professore –gli animali sono visti molto spesso come problemi e non come opportunità. Il cane è trattato come clandestino, quando invece condivide il nostro stesso territorio ed ha lo stesso diritto di starci”.

Così anche il canile, per Marchesini, rischia di divenire un “ghetto” dove i cani più sfortunati vengono allontanati dalla società, stipati per anni nei rifugi se faticano a trovare una nuova famiglia.

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E’ quindi possibile una nuova concezione di canile? “Bisogna incentivare la cultura dell’adozione – spiega Marchesini – il canile non deve essere l’ultimo approdo per il cane ma un centro per il suo recupero, un centro di educazione cinofila, così può trasformarsi in opportunità di interazione con la cittadinanza, lavorando anche con i bimbi e con i disabili”.

All’adozione come obiettivo si aggiungono altri due punti chiave: l’apertura al volontariato e la formazione degli operatori. Concetti ribaditi anche dalle altre due relatrici della serata: la dr.ssa Federica Manunta, veterinaria, istruttrice cinofila e presidente dell’associazione Tambra Asd, e la biologa Elisabetta Mariani, istruttrice cinofila e collaboratrice del Canile di Limbiate e parte attiva dell’associazione Tambra Asd.

incontro parco canile  (6)“Il fine di un rifugio non può essere l’accumulo dei cani – ha ribadito la dr.ssa Manunta – tutti, dai responsabili ai volontari, devono avere come obiettivo quello di far trovare una nuova famiglia agli ospiti nel più breve tempo possibile”.

Per fare questo serve un investimento nella formazione: “Il volontario di un canile lavora al pari di un volontario del 118 o di un medico. Se commette errori può compromettere la salute del paziente. Lo stesso vale con i cani – ha proseguito Manunta – se sbagliamo, incentivando comportamenti poco ‘simpatici’ rischiamo di comprometterne l’adozione”.

“Il cane ha una grande dote – ha proseguito la biologa Elisabetta Mariani – è fortemente adattabile, ma può cadere in un eccessivo adattamento e quindi più tempo starà in canile più difficile sarà la sua adozione”.

Discorsi che hanno appassionato i diversi volontari del canile lecchese che hanno assistito alla serata e con loro, oltre ai presidenti delle tre associazioni animaliste, erano presenti anche alcuni esponenti dell’amministrazione comunale: l’assessore Armando Volontè, il consigliere comunale Ezio Venturini, il presidente del consiglio comunale Alfredo Marelli, i consiglieri comunali Viviana Parisi e Raffaella Cerrato, il presidente di Legambiente, Pierfranco Mastalli.

Volonte

 

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Silvana de rigo LAV - Luigi Mauri Enpa