ENPA: “A Pasqua ferma la strage, non uccidere un agnello”

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Agnello

LECCO – “Ci rivolgiamo alle coscienze perché questo barbaro e crudele tributo di sangue cessi una volte per tutte. E ringraziamo tutti gli uomini di buona volontà che, con il loro no, contribuiranno a salvare la vita di centinaia di migliaia di cuccioli innocenti.”

Così l’Enpa  alla vigilia delle festività pasquali, in occasione delle quali saranno uccisi, “in nome di una assurda e anacronistica tradizione, oltre 700mila tra agnelli, capretti e caprettoni, strappati anzitempo alle loro madri e macellati per imbandire le tavole della festa. Paradossalmente, per i cuccioli di pecora meglio sarebbe stato non nascere affatto e non conoscere la tragedia della morte”.

In particolare, l’Enpa nazionale si appella a Papa Francesco affinché anche in tale circostanza si faccia portatore di un messaggio d’amore, invocando un atto di clemenza per questi poveri animali e sottraendoli così alla loro condanna. “La festa dovrebbe rappresentare un momento di gioia per tutti gli abitanti del Creato – prosegue l’Enpa – e non un motivo per uccidere altri esseri viventi. Per di più in nome di una “tradizione” propria del Vecchio Testamento che poco ha a che vedere con il Cristianesimo.”

Nel lecchese, l’Enpa ha cercato negli anni di salvare alcuni agnelli dalla strage di Pasqua e di Natale, acquistandoli direttamente dai contadini dopo segnalazioni da parte dei cittadini, per donare loro una nuova vita in oasi animali che li hanno accolti. E’ però una lotta impari se non avverrà un cambiamento culturale.

Dire di no al consumo di agnello e più in generale della carne, rappresenta il modo più adatto per celebrare la resurrezione di Gesù, salvando realmente una vita.