Addio al Nameless, Zamperini: “Ennesima occasione persa”

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nameless - sabato 2014 (2)

LECCO – “Ho appreso con rammarico sui giornali della decisione di spostare il Nameless festival da Lecco a Barzio”.  Esordisce il consigliere Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale riguardo all’addio al capoluogo  manzoniano del festival di elettronica che dalla prossima edizioni si trasferirà in Valsassina. 

Giacomo Zamperini
Giacomo Zamperini

“Questa è l’ennesima occasione persa dalla nostra città per uscire dal clima funebre che la circonda – scrive Zamperini –  Parlando con gli organizzatori, capisco benissimo la loro scelta. Fin dal primo momento si sono sentiti contrastati in tutto e per tutto. Multe, difficoltà nell’ottenere i permessi, problemi sulla gestione dell’area e neppure un ringraziamento. Invece di ostacolare questi eventi, dovremmo investire risorse per averne di più! Dobbiamo cambiare mentalità, non possiamo permetterci di farci spaventare da un festival musicale e dal conseguente arrivo di migliaia di giovani in città. O prendiamo in seria considerazione di cambiare approccio ed aprirci al turismo e all’accoglienza, oppure siamo destinati a rimanere una città vuota, funebre e deserta dopo le nove di sera. Saranno contenti i sepolcri imbiancati che governano Lecco e che finalmente potranno tornare ad occuparsi del loro nulla. Ritengo fondamentale che festival come il Nameless oppure Urca Urca tornino a Lecco, chiedo un ultimo sforzo agli organizzatore per incontrarsi con il comune e rivedere la loro decisione. Possiamo pianificare assieme la loro attività in modo tale che, nel rispetto delle regole e dei cittadini di Lecco che giustamente vogliono anche potersi riposare in santa pace, si riesca però cogliere questa opportunità”.

“Il mio sogno nel cassetto? –  conclude il consigliere – riaprire piazza Affari ed utilizzarla anche per questo genere di spettacoli. Musica, teatro ed intrattenimento che animando il cuore pulsante della nostra città, potranno dare rappresentazione concreta del cambio di passo che vogliamo e dobbiamo fare. In gioco c’è il futuro della nostra stessa esistenza. O Lecco vorrà abbracciare la propria essenza turistica oppure siamo tutti quanti destinati a fallire”.