Altro Consiglio comunale movimentato quello di lunedì sera, quando al grido “Vergonatevi, avete fatto il gioco delle tre carte” alcuni rappresentanti delle associazioni Cellula Coscioni Lecco, Qui Lecco Libera e Renzo e Lucio sono stati allontanati dalla sala consiliare da due agenti di polizia locale su espressa richiesta del presidente del Consiglio Alfredo Marelli.
Il motivo della protesta è stato il voto contrario all’anticipazione del punto 11 all’ordine del giorno proposta del consigliere Giovanni Colombo (Lega). “Visto la presenza di numerose persone in sala consiliare interessate alla discussione dell’undicesimo punto, chiedo al Consiglio se è possibile anticiparlo”, aveva chiesto ufficialmente il consigliere di minoranza.
Il motivo della protesta è stato il voto contrario all’anticipazione del punto 11 all’ordine del giorno proposta del consigliere Giovanni Colombo (Lega). “Visto la presenza di numerose persone in sala consiliare interessate alla discussione dell’undicesimo punto, chiedo al Consiglio se è possibile anticiparlo”, aveva chiesto ufficialmente il consigliere di minoranza.
La richiesta è stata messa ai voti e bocciata, con il risultato che alcuni cittadini lecchesi non hanno esitato a protestare, mostrando alcuni cartelli che recitavano: “Libertà di scelta è scelta di libertà”, “Vergona” e ancora “Rispetto delle regole”.
Nulla da fare quindi, la discussione e relativa votazione della proposta di deliberazione presentata da Cellula Coscioni Lecco, Qui Lecco Libera, Renzo e Lucio, Cgil Lecco, Arci Lecco e sottoscritta da 1119 cittadini concernente l’Istituzione del Registro telematico e/o cartaceo delle disposizioni anticipate di violontà relative ai trattamenti sanitari è stata rinviata al 12 settembre, data in cui si terrà il prossimo Consiglio comunale.
Insomma le aspettative di molti cittadini sono state disattese. Il Testamento Biologico deve aspettare. Testamento che consentirebbe a ogni residente di poter mettere nero su bianco le proprie volontà in merito ai trattamenti sanitari e terapie che si intende o non intende accettare nell’eventualità in cui ci si dovesse trovare nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti. Ovvero, quelle malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
Sulla vicenda le associazioni Cellula Coscioni, Qui Lecco Libera e Renzo e Lucio lasciano ogni commento al seguente comunicato che riportiamo integralmente, segue il video della protesta.
“La realtà ha superato l’immaginazione. La seduta del Consiglio comunale di ieri, lunedì 25 luglio, ha sancito chiaramente la violazione delle regole previste e imposte dallo Statuto. Riepilogando: 1.119 cittadini lecchesi hanno sottoscritto una proposta di delibera che prevede l’istituzione del registro dei testamenti biologici. Dieci consiglieri e due assessori della maggioranza di centro-sinistra hanno firmato, ovvero sostenuto, la stessa proposta. Avendo lo Statuto come stella polare, dettando le regole democratiche del funzionamento della macchina comunale, i promotori della raccolta hanno scelto di interrompere la straordinaria campagna affinché si arrivasse alla discussione in Consiglio entro la pausa estiva. I calcoli non sono complicati. Le regole individuano infatti in 45 giorni il termine massimo per fornire una “risposta”. Il termine è fissato all’8 luglio. Il 13 luglio, a 50 giorni dalla consegna, con cinque giorni di ritardo, il Presidente del Consiglio comunale – memore della brutta figura fatta per la delibera sulla mobilità sostenibile sottoscritta da altri 419 cittadini – chiede una precisazione al comitato promotore rispetto alla natura dell’atto presentato. In quella sede, equivocando strumentalmente sul termine “petizione” contenuto nella lettera accompagnatoria (che nulla conta rispetto al titolo dell’atto protocollato), assicura ai promotori la discussione entro il 25 luglio, precisando che – sebbene alcuni gruppi di maggioranza avessero fatto pressioni affinché il termine dei 45 giorni si resettasse – i tempi sarebbero stati certi. Quando viene pubblicato l’Ordine del Giorno della seduta del 25 si scopre che la proposta di delibera del registro è scivolata al punto numero 11. E’ praticamente impossibile, vista la mole dei precedenti, che la faccenda venga affrontata nei tempi. Dunque prende corpo il timore che l’iscrizione sia del tutto astratta, mentre concreta sarebbe l’intenzione di posporla a settembre, maturando così a 65 i giorni di violazione e ritardo (ritardo che non ha visto alcun coinvolgimento attivo dei promotori, salvo un’audizione confusa). E’ per questo motivo che ieri sera abbiamo distribuito a ciascun eletto l’appello a richiedere l’inversione dell’Ordine del giorno, con relativa anticipazione del punto 11. Il Presidente Marelli, poco prima, aveva addebitato il “lieve ritardo” alla confusione (creata ad arte) “causata dal cambiamento dell’atto da parte dei promotori”. L’equivoco prendeva dunque la forma del gioco delle tre carte. Nel silenzio assordante dei consiglieri di maggioranza, schiacciati dalle tensioni interne al Partito Democratico, ha avuto il coraggio – probabilmente strumentale, per carità – il solo consigliere leghista Giovanni Colombo. Al termine del punto 6, infatti, la richiesta è stata fatta. In quel momento ogni alibi è venuto meno. Niente scuse: o lo Statuto ed il rispetto per i cittadini e la partecipazione oppure il traccheggiare partitico. A favore dell’inversione è intervenuto il consigliere Stefano Parolari (Lega, il che è indicativo!), contro – incredibilmente – il consigliere Stefano Angelibusi (Pd, firmatario della proposta!). “Non sono temi da trattare in questo modo”, ha detto Angelibusi, evidentemente all’oscuro di precisi limiti posti in essere a tutela delle regole e quindi delle minoranze. Posta in votazione, la richiesta di inversione ha mostrato il profilo antidemocratico del Consiglio: 21 contrari, gran parte di centro-sinistra, 12 favorevoli e 1 astenuto. Perché l’Amministrazione comunale è così terrorizzata dalla partecipazione cittadina? Come ha potuto il Consiglio comunale della città che ha conosciuto il dramma di Eluana Englaro e della sua famiglia ripercorrere gli stessi errori ed orrori di quella storia? Tempi stracciati, regole violate, lotte partitocratiche interne che alterano il profilo della democrazia e della trasparenza. Di fronte a questo scempio non possiamo che indignarci ed augurarci che a settembre i dotti strateghi dell’irregolarità vogliano risparmiarci mediazioni al ribasso o complice lassismo”.