LECCO – La Camera di Commercio partecipa alla “13esima giornata dell’economia e della trasparenza” presentando i report che riguardano l’andamento delle attività economiche del territorio lecchese e quelli riguardanti l’operato della Camera di Commercio di Lecco.
Secondo il report statistico “L’economia del territorio lecchese nel 2014 e nel primo trimestre del 2015” i dati che riguardano la provincia di Lecco appaiono confortanti: dopo la lunga crisi innescatasi a fine 2008 sembra profilarsi una fase congiunturale più favorevole.
Nel 2014 nella provincia lecchese sono nate 1559 nuove imprese, ovvero il 2.3% in più rispetto al 2013, e ne sono cessate 1448, cioè il -16.7%. Il saldo positivo di 111 unità, contro le meno 214 dell’anno precedente, ha generato una crescita del +0.4%, in Lombardia soltanto Milano e Monza Brianza hanno dati migliori.
L’industria è cresciuta (nel 2014 la produzione ha registrato un +2.9%, gli ordini +3.5% e il fatturato +3.5%) e anche l’artigianato è ripartito (+2% della produzione, +1.6% di fatturato rispetto al 2013) e nel primo trimestre del 2015 sono stati registrati progressi in tutti i settori: +4.5% per l’industria, +1% di produzione nell’artigianato, +1.4% del volume d’affari nel commercio e +4.8% del volume d’affari per i servizi.
“L’industria lecchese ha pienamente recuperato i livelli precrisi – spiega Vico Valsassi, presidente della Camera di Commercio di Lecco – mentre l’artigianato ha ancora margini di recupero. In generale nel 2014 il valore dell’economia lecchese è cresciuto dell’1.1%, ovvero è in linea con la media lombarda ed è nettamente superiore rispetto alla media nazionale che è dello 0.2%, inoltre il valore pro capite lecchese è di circa 25 mila 330 euro e ha recuperato dalla 41esima posizione del 2012 alla 37esima posizione di fine 2014”.
Secondo i dati raccolti nel report statistico della Camera di Commercio il cuore dell’economia lecchese resta il manifatturiero: vi opera il 35.6% delle imprese registrate e produce il 40.6% del valore aggiunto totale provinciale (la media lombarda è del 26.9% e quella nazionale del 23.3% secondo i dati relativi al 2013). La Camera di Commercio, inoltre, constata che il manifatturiero “contribuisce in modo sostanziale all’export lecchese e al saldo commerciale ampiamente positivo di +1.5 miliardi di euro”.
I dati positivi contenuti nel report statistico riguardano anche il terziario: ad esso appartiene il 60.1% delle imprese lecchesi (oltre 16 mila, ovvero +0.6%) e ha una quota di valore aggiunto pari al 59% del totale provinciale (in Lombardia è al 72% e in tutta Italia al 74.4%). “E’ importante puntare sempre di più sul terziario avanzato che comprende i servizi avanzati alle imprese e alla cittadinanza” commenta Valassi.
“Per quanto riguarda il settore primario, invece, di esso fa parte il 4.3% delle imprese lecchesi – continua Valassi – con una quota di valore aggiunta modesta, ovvero lo 0.4%, a questo proposito la ricerca intitolata ‘scenari della Lecco futura’ raccomanda di sostenere la formazione di un inedito mix tra agricoltura, turismo, accoglienza e cultura al fine di crescere la ‘biodiversità’ del sistema economico locale”.
Le buone notizie sono relative anche al mercato del lavoro lecchese: nel 2014 il numero degli occupati residenti a Lecco è cresciuto di oltre due punti percentuali, attestandosi a quota 146 mila unità, il tasso di occupazione è salito al 65.6%, mentre quello di disoccupazione è calato al 7.3% che rappresentano rispettivamente la terza e la seconda miglior performance regionale. La positività si conferma anche nel primo trimestre del 2015 che vede un lieve miglioramento degli avviamenti, +0.1%, e una crescita dei contratti a tempo indeterminato del +24.8% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.
“A fronte di questi valori confortanti preoccupa la forte espansione del numero dei cosiddetti Neet – precisa Valassi – i giovani che né studiano né lavorano sono passati da circa 2400 nel 2008 a quasi 7 mila nel 2014, ovvero ben 14% dei giovani tra i 15 e i 24 anni”.
Sul versante dell’innovazione, infine, si registrano dati positivi: a metà maggio sono 52 i contratti di rete registrati con 120 imprese coinvolte (4.3 ogni 1000 imprese lecchesi registrate), le start-up innovative lecchesi che sono iscritte nella sezione dedicata del Registro delle Imprese sono 14 (contro le 3 del 31 dicembre 2013) e per quanto riguarda i brevetti lecchesi depositati nel 2014 sono stati 19 e nel primo trimestre del 2015 sono a quota 4.
Avendo deciso di unire alla “Giornata dell’Economia” quella della “Trasparenza” la Camera di Commercio fornisce anche i dati relativi al suo operato nell’ultimo quinquennio.
“Nel 2014 il Sistema Camerale è stato direttamente coinvolto nella riforma della Pubblica Amministrazione, ancora in discussione al Parlamento, con il ‘taglio’ certo dei proventi da diritto annuale – spiega il Presidente di Camera di Commercio Lecco – il succedersi di ipotesi legislative ha suscitato incertezza sulle funzioni e sulle competenze del sistema, sulla ridefinizione delle circoscrizioni territoriali e sul ruolo delle Camere, tutto questo mentre procede la ristrutturazione delle Province e il dibattito sul taglio delle prefetture, con il rischio di avere una desertificazione istituzionale”.
“Pur a fronte di tali difficoltà e incognite, il bilancio di esercizio 2014 della Camera di Lecco testimonia la volontà e lo sforzo dell’Ente per sostenere il sistema economico produttivo locale destinando importanti risorse grazie alla gestione efficiente e rigorosa delle spese di funzionamento – continua Valassi – nel 2014 le spese per il personale sono state inferiori del 7.5% rispetto a quelle del 2010, gli oneri di funzionamento sono stati inferiori del 6.1% , le spese per gli interventi economici sono state pressoché stabili e dal 2010 al 2013 le spese per il sostegno del tessuto economico locale sono state incrementate in media del 4% ogni anno”.
“Lo scorso anno la nostra Camera ha investito per interventi economici circa 130 euro per ogni impresa attiva – conclude – e nel 2013 Lecco ha destinato oltre un terzo di risorse in più rispetto alla media del cluster di Camere medio piccole e addirittura il triplo della media delle Camere italiane. Per l’accesso al credito delle Pmi, inoltre, nel 2014 la Camera ha destinato 334 mila euro e nel quinquennio 2010/2014 sono stati erogati quasi 1.6 milioni di euro. La realizzazione degli interventi pluriennali è stata finalizzata per dare agli amministratori che verranno la possibilità di fissare i nuovi indirizzi e delineare le iniziative e le attività in piena autonomia, anche se molto dipenderà dagli esisti finali della riforma in discussione al Parlamento”.