Riforma Sanità: ASL Lecco nella ATS Brianza con Monza e Desio

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Asl Lecco

LECCO – Otto nuove Agenzie di Tutela della Salute (ATS) presto sostituiranno le attuali 15 Aziende Sanitarie Locali (ASL) lombarde.

Si tratta del provvedimento della riforma sanitaria lombarda legato alla territorializzazione che è stato approvato nella seduta di lunedì della commissione sanità del Pirellone. Il documento definisce la strutturazione territoriale delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) e vede importanti novità anche per Lecco.

Infatti, il destino dell’ASL di Lecco sarà quello diventare una Azienda Socio Sanitaria Territoriali (ASST) e confluire nell’ATS della Brianza, insieme alle aziende sanitarie di Monza (che comprende anche Vimercate) e quella di Desio (comprendente anche Seregno e Carate Brianza).

Le ATS avranno compiti di programmazione dell’offerta sanitaria, di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, di negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie.

Alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali spetterà invece il compito di erogare le prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Al posto delle attuali 29 Aziende Ospedaliere, è prevista l’istituzione di 22 ASST a cui si aggiungono 3 aziende ospedaliere istituite per presenza di ospedali con più di mille posti letto (Niguarda, Brescia e Bergamo).

 

Raffaele Straniero
Raffaele Straniero

La riforma è stata accolta tra e proteste dell’opposizione che è uscita dall’aula e ha visto l’astensione di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

“Questa non è una riforma – attacca il consigliere regionale del Pd Raffaele Straniero – è solo un Risiko basato sulla redistribuzione delle poltrone. Con l’ennesimo blitz è stato stralciato tutto ciò che non riguarda la governance: rapporto con l’università, salute mentale, prevenzione, ruolo del terzo settore, per fare solo degli esempi. Di questi temi non ci è stato possibile neppure parlare. E la “riforma” rimane zoppa su tutto ciò che riguarda i controlli, i criteri di nomina dei direttori generali, i tempi di attesa, i ticket, il ruolo dei comuni. Manca anche un riferimento esplicito nella legge ai distretti socio-sanitari, che possono costituire un pezzo importante per la declinazione sul territorio dell’integrazione socio-sanitaria. Per noi questo testo non è accettabile: i problemi della sanità lombarda rimangono irrisolti”.