Magni: “Se le casette dell’acqua non entrano in Consiglio Comunale”

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Sandro Magni
Sandro Magni
Sandro Magni

LECCO –  “Ci piacerebbe sapere se entro la giornata di ieri sia stato fatto l’affidamento del Sistema Idrico Integrato. Ma non è questa, seppur più fondamentale, l’attenzione su cui vorrei attirare il lettore.

Parlo di quello che ho visto nel nuovo Consiglio Comunale di Lecco. Che è apparso, da questo punto di vista, ancora “più indietro” di quello del passato.
La sintesi potrebbe essere riassunta così: le casette dell’acqua non sono arrivate, per ora in Consiglio. O della serie, voi fate così, ma a noi la libertà di fare altrimenti.

Le casette dell’acqua sono state un punto di forza propagandistico in questa campagna elettorale, un po’ sfortunata per il vecchio assessore, relegato in Consiglio e già assenteista.

Le casette dell’acqua permettono in sostanza di bere acqua del comune rubinetto, possibilmente frizzante. La così detta acqua del Sindaco, se la richiediamo in un qualsiasi bar o ristorante. Questo effetto placebo ha dei grossi vantaggi. Riduce la plastica che va in discarica e sostituisce gli acquisti di acqua gasata o non gasata della piccola e soprattutto grande distribuzione. Che normalmente è acqua da non farsi invidiare da quella dell’acquedotto, più controllata e con parametri bio-chimici migliori.

Quale sia l’impatto sociale ed ambientale delle casette dell’acqua dopo questi primi anni di felice e tanto propagandata esperienza ci piacerebbe sapere.
E ciò nonostante, in Consiglio Comunale, dal Sindaco, all’Assessore all’Ambiente, a tutti i consiglieri si continua a bere acqua “minerale”, in rigorose bottigliette di plastica da mezzolitro, alla faccia di possibili condivisioni, di cui non dirò la ditta produttrice.

Non sarebbe allora proprio il caso che le casette dell’acqua in coerenza con i comportamenti e gli stili di vita richiesti ai cittadini, per credibilità condivisa, diventassero stili di vita del nuovo Consiglio Comunale e della sua Giunta?

Se le bottigliette di plastica sono un costo sociale, chi le usa non dovrebbe paradossalmente essere “tassato” se vuole continuare ad essere “libero”?.
Se è vero che la libertà ha sempre un prezzo. E si paga.

Al prossimo Presidente del Consiglio l’ardua sentenza anche per queste piccole cose o bagatelle”.

Alessandro Magni