Profughi, la Lega alla Procura: “Verificate l’adempienza dei bandi”

Tempo di lettura: 4 minuti
Stefano Parolari, Paolo Arrigoni e Flavio Nogara
Stefano Parolari, Paolo Arrigoni e Flavio Nogara nella sede lecchese del Carroccio

 

LECCO – La Lega Nord vuole chiarezza circa la gestione dei migranti ospiti alla tendopoli del Bione e nella struttura ai Piani Resinelli: il senatore Paolo Arrigoni ha prodotto un esposto di denuncia rivolto alla Procura della Repubblica per chiedere una verifica sull’adempienza o meno al bando di gara emesso dalla Prefettura per l’accoglienza dei migranti nelle due strutture del territorio lecchese.

Paolo Arrigoni
Paolo Arrigoni con la copia del suo esposto

“Il nostro territorio dedica circa 9 milioni di euro l’anno per all’accoglienza dei presunti profughi, ma noi abbiamo il sospetto che stia avvenendo qualcosa di strano – dichiara Flavio Nogara, segretario provinciale della Lega Nord – siamo venuti a conoscenza della raccolta di abiti fatta da Mir Sada e poi delle denunce espresse dagli ex volontari che hanno operato ai Resinelli, i quali sostengono che ai profughi manchino i beni di prima necessità, cibo e vestiti, e che non abbiamo ancora potuto compilare il modulo per la verifica del diritto all’asilo politico”.

L’esposto prodotto dal senatore Arrigoni contiene gli articoli apparsi sulla stampa locale che trattano della raccolta di vestiti organizzata dall’associazione Mir Sada per gli ospiti della tendopoli al Bione e quelli che riportano le denunce sollevate dagli ex volontari che hanno operato con i migranti ospitati ai Piani Resinelli (leggi il nostro articolo in merito), come spiega: “Prima veniamo a conoscenza delle iniziative di Mir Sada per raccogliere vestiti per i profughi del Bione, poi leggiamo sui giornali le accuse sollevate da alcuni ex volontari che hanno aiutato i presunti profughi ospitati ai Resinelli, così abbiamo iniziato a desiderare chiarezza: a queste persone mancano davvero i beni di prima necessità o quelle degli ex volontari sono solo parole a vuoto?”

“Secondo chi ha operato con gli ospiti sistemati nel ‘Cara’ dei Resinelli – continua Arrigoni – queste persone vengono trattate ‘indegnamente’ perché mangiano pane e uova, non hanno biancheria intima, non è partito il corso di italiano e di mediazione culturale, hanno difficoltà di accesso a farmaci e, soprattutto, non hanno ancora potuto compilare il modulo per la richiesta di asilo, di conseguenza non sono ancora state fatte verifiche sul loro status di profughi o meno. Calcolando che ai Resinelli sono ospitate 36 persone e che la cooperativa I Girasoli, vincitrice del bando di gara, ha a disposizione 38.25 euro per persona al giorno, in questo mese sono stati spesi dallo Stato 40 mila euro per la gestione di questi presunti profughi, nel momento in cui vengono fatte denunce di questo tipo è naturale chiedere una verifica”.

L’esposto è stato fatto in Questura a Lecco e sarà successivamente trasmesso alla Procura della Repubblica, come riferisce Arrigoni: “Sappiamo che nel territorio lecchese sono ospitate circa 700 persone e che vengono impiegati 9 milioni di euro l’anno per la gestione della loro accoglienza. I soldi spesi per ospitare i presunti profughi al Bione e ai Resinelli sono denaro pubblico, per questo è doveroso fare chiarezza: vogliamo sapere se è vero che a queste persone mancano i beni di prima necessità perché secondo il bando della Prefettura la società vincitrice della gara avrebbe dovuto fornirli e, poi, vogliamo sapere perché dopo ben 45 giorni non sono ancora state compilate le domande per la richiesta di asilo: come si può distinguere tra profughi reali e clandestini se non vengono fatte le opportune verifiche?”.

“Ci hanno appellato ‘fascisti’ e ‘razzisti’, ma non è così – aggiunge Nogara – noi vogliamo semplicemente monitorare la situazione per capire come viene realmente speso il denaro degli italiani quando si tratta di gestione dell’immigrazione. Se un privato vuole offrire alle persone ospitate nel nostro territorio è libero di farlo, ma questo suo aiuto deve essere qualcosa in più e non sostitutivo di quello che una cooperativa vincitrice del bando di gara è tenuta a dare per contratto”.

“Continuano a venire a galla segnalazioni – conclude Stefano Parolari, consigliere comunale del Carroccio – noi non accusiamo nessuno, ma una volta per tutte vogliamo sapere se queste segnalazioni nascono perché alla base c’è uno spreco di denaro pubblico o sono solo parole al vento”.