LECCO – Si è svolta sabato sera nella basilica di Lecco la veglia organizzata da Mosignor Franco Cecchin, prevosto di Lecco, in collaborazione con la parrocchia di San Nicolò in ricordo del prete francese Jacques Hamel ucciso nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, da due attentatori e di tutte le vittime del terrorismo.
Un momento di preghiera e riflessione che ha coinvolto molti lecchesi che hanno deciso di unirsi contro la cieca violenza degli atti terroristici che ha sconvolto l’Europa in questi ultimi giorni.La veglia ha preso il via con un canto introduttivo a cui hanno fatto seguito alcune letture tratte dal “Discorso della Montagna” e il passo del “Compimento della legge”, tratto dal vangelo di Matteo.
“I fatti degli ultimi giorni ci dimostrano che noi uomini non siamo eterni e che la nostra vita potrebbe finire da un momento all’altro – ha spiegato Padre Nicu Cartoafa della chiesa ortodossa rumena – davanti a questi episodi dobbiamo accogliere con amore il prossimo ed essere preparati anche al martirio e quindi all’incontro con Dio”.
Durante la veglia è emerso forte e chiaro che le migliori armi contro il terrorismo sono l’unità e la preghiera: “Negli atti terroristici l’uomo dimentica di appartenere al medesimo genere umano e che ebrei, cristiani e musulmani credono in un solo Dio, il medesimo Dio – ha commentato visibilmente provato Monsignor Cecchin – Solo la preghiera rivolta a Dio quindi ci può dare la forza di reagire, porgendo l’altra guancia, non usando la violenza poiché da violenza si genera altra violenza; dobbiamo quindi pregare per noi, per i martiri, per le vittime del terrorismo, ma anche per i terroristi stessi, nostri fratelli plagiati da un sistema maligno che li ha portati a uccidersi e a togliersi la vita in nome di esso”.
Terminato l’intervento di Don Franco i fedeli presenti hanno osservato un momento di silenzio, durante il quale hanno acceso un lumino lo hanno posto intorno al crocefisso.
Dopo la “preghiera semplice” di San Francesco, l’Imam della moschea di Chiuso Usama El Santawy ha voluto salutare i fedeli cristiani ed esprimere la sua vicinanza alle vittime del terrorismo: “ In questi anni difficili dobbiamo mostrare la nostra faccia migliore ai terroristi: l’unità; un’unità che ci permette di invitare un Imam in una basilica cristiana e preti e altre rappresentanti cristiani in una moschea. Dobbiamo mostrare ai terroristi come riusciamo a vivere uniti conciliando due culture e religioni apparentemente differenti, ma che credono nel medesimo Dio. I terroristi sono fanatici a cui dobbiamo dedicare le nostre preghiere affinché Dio gli illumini, non voglio e non dobbiamo permettere che nessuno diffami la nostra fede nel momento in cui compie atti terroristici. Dobbiamo quindi – ha concluso l’imam di Chiuso – ‘sfruttare’ queste tragedie per fare scudo comune e far si che non si ripetano più atti come questi”.
Al termine della veglia i fedeli presenti hanno potuto portare a casa il lumino, che hanno accesso in basilica, per porlo sul davanzale di casa, per poter continuare a ricordare le vittime cristiane di questa violenza e di tutto il terrorismo.
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