CONSONNO – Nella cornice ‘spettrale’ della città fantasma di Consonno, sabato e domenica si svolge la settima edizione del campionato mondiale di nascondino. Un evento di carattere internazionale che ha richiamato nella città dei balocchi, ben 330 concorrenti provenienti da tutta Italia, Svizzera, Francia, Belgio e persino Stati Uniti.
“I Campionati Mondiali di Nascondino nascono a Bergamo nel 2010 da un’idea di CTRL magazine, per goliardia e per salvaguardare gli orti sociali dall’abbattimento a cui rischiavano di andare incontro, e da allora non ci siamo più fermati – spiegano gli organizzatori – si tratta del primo e unico campionato di nascondino al mondo (da qui il nome “campionati mondiali”); la competizione è un invito ad uscire allo scoperto, vivere la natura che ci circonda e abbandonare l’isolamento delle televisioni durante tutto l’anno, e nascondersi soltanto durante il week end del Nascondino World Championship, nel verde incontaminato”.
Ma da dove è nata l’idea di Consonno? “Siamo stati contattati dall’associazione degli “Amici di Consonno” – continuano gli organizzatori – per poter organizzare i campionati nell’ex “Las Vegas della Brianza”; inizialmente eravamo diffidenti data la pericolosità degli edifici abbandonati, attraverso un sopralluogo più approfondito abbiamo trovato spazi immersi nel verde sicuri e idonei al nostro campionato, da qui la decisione di accettare l’invito”.
Un campionato che permette di far conoscere Consonno nel mondo sotto un insolito punto di vista, non più come città fantasma e diroccata, come conosciuta dai più, “bensì come Consonnno città dei vecchi abitanti – spiegano gli organizzatori – di coloro che a Consonno hanno vissuto prima dell’arrivo del Conte Bagno”, quando al posto della città dei balocchi c’era un piccolo paese di montagna, dove la vita scorreva tranquilla e senza sfarzi, e infine Consonno come “luogo dai grandi spazi verdi e viste mozzafiato”.
Sabato mattina tutti i 330 concorrenti, divisi in 66 squadre si sono ritrovati a Consonno, divisi in 4 gironi, dopo il lancio del bancomat che ha permesso alle squadre di poter scegliere il colore della maglia, è iniziato, per il primo girone, il gioco vero e proprio. Questo il regolamento: per ogni manche un componente di ciascuna squadra si nasconde per un totale di 16 giocatori che si nascondono e 1 cercatore. 60 secondi per trovare il nascondiglio per poi uscire allo scoperto entro il limite di tempo e toccare la tana (un morbido materasso sul quale tuffarsi) prima del cercatore. Il primo che si libera realizza 16 punti, il secondo 15 e così via. Chi viene eliminato dal cercatore totalizza 0 punti. Nullo è anche il punteggio per chi bara e chi non esce entro la sirena finale. I punteggi totalizzati dai singoli componenti della squadra si sommano per decretare prima le squadre finaliste e poi la squadra vincitrice della Foglia di Fico d’Oro 2016.
L’evento si svolgerà in un campo in erba di 25.000 metri quadrati, posto a pochi metri dall’ingresso di Consonno, e diverse aree che ospiteranno il pubblico delle gare, il campeggio e l’area ristorazione che coinvolgerà diversi truck food e birrifici artigianali provenienti da tutta la Lombardia. Le bizzarre strutture costruite a metà secolo scorso dal Conte Mario Bagno, zona off-limits per i nascondigli, saranno il punto in cui si concentreranno le attività parallele, la musica dal vivo della sera e dove sarà aperto il ristorante tradizionale gestito dall’”Associazione Amici di Consonno”,in collaborazione con la Pro Loco di Olginate e gli “Amici de Stal de Sot” di Capiate” .
Per tutto il corso della manifestazione, la strada che da Olginate conduce all’ex “Las Vegas della Brianza” risulta percorribile soltanto “in discesa”, mentre è possibile accedere a Consonno da Galbiate, oppure grazie a un servizio navetta che ha il suo punto di partenza presso il campo sportivo comunale in via dell’Industria.
“L’evento – concludono gli organizzatori – è stato a lungo osservato dalla commissione olimpica per Tokyo 2020 per la sua affermazione a livello nazionale e internazionale e poiché può essere considerato un vero e proprio sport, come sottolineato da Yasuo Hazaki, motivando la decisione della commissione olimpica a considerare il nascondino come sport dimostrativo per l’edizione giapponese del 2020.: ‘Servono corsa, equilibrio e la capacità di restare immobili per minuti, è assolutamente uno sport che richiede intuito, strategia e collaborazione’”.
Con li sogno che diventi, prima o poi, uno sport olimpico, non resta altro che augurare un grosso in bocca al lupo ai 330 concorrenti.
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