Calolzio. Se la riforma scuole venisse bocciata? La parola al sindaco

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Il sindaco di Calolzio, Cesare Valsecchi
Il sindaco di Calolzio, Cesare Valsecchi

 

CALOLZIO – L’unico punto all’ordine del giorno previsto per il consiglio comunale di stasera, mercoledì 18 gennaio, al centro di assemblee in ogni plesso, di polemiche in municipio, critiche sugli striscioni, concretizzate, per ultimo, in una raccolta firme di mamme e papà; la vicenda della riforma scuole sta per chiudersi, senza aver messo tutti d’accordo, neanche fra la maggioranza. Cosa si aspetta il primo cittadino Cesare Valsecchi?

“Che le opposizioni non siano d’accordo è normale, ciò non crea nessun tipo di problema, è già successo per tutti gli altri provvedimenti – così il sindaco – per quanto riguarda i genitori ne abbiamo discusso più volte, l’ultima lunedì – durante la commissione diritti alla persona – abbiamo fatto delle correzioni al progetto iniziale, capisco che ciascuno, per ogni riforma che lo tocca personalmente, cerchi di limitare il lato negativo che lo colpirebbe, ma credo che questa riorganizzazione sia indispensabile”.

Un provvedimento “necessario”, come è stata più volte aggettivata la riforma scuole, “per far fronte al calo della popolazione scolastica” si è detto, in ogni occasione, da parte della maggioranza, in primis dagli assessori Wilna De Flumeri e Paolo Cola, muniti di grafici, linee di tendenza e previsioni demografiche; poco efficaci e rigettate da mamme e papà, arrabbiati, evidenzianti come non si tratti di numeri, ma del futuro dei propri figli, gli stessi genitori che ieri hanno annunciato ricorso al Tar. “Noi riteniamo che la delibera sia legittima, chi vuole farà ricorso, poi il Tar controllerà, da questo punto di vista siamo sereni” ha risposto il sindaco, deciso nel non procrastinare ulteriormente la votazione, come proposto, oltre che in assemblea pubblica, dalla pregiudiziale del gruppo Lega Nord. “Non abbiamo messo in conto questa evenienza perché se il 6 febbraio – quando verranno resi noti i dati – non ci saranno iscrizioni a sufficienza e non si sarà presa una decisione, di cosa discuteremo? Potrebbe cambiare totalmente lo scenario, aspettare vorrebbe dire riformulare tutto da capo, compresi i principi basilari che sono condivisi anche dalle minoranze”.

uno degli striscioni affissi sul cancello della scuola elementare di Sala

 

Ma cosa succederà se non dovesse passare la riforma? “Rimarrà tutto così come è fino a febbraio, ma poi si vedranno i provvedimenti della dirigenza provinciale, si potrebbe correre il rischio che vengano chiuse delle sedi d’ufficio e ridotte molte classi delle scuole dell’infanzia. Il problema non riguarda solo Rossino, anche a Sala i numeri sono risicati, così come nei comuni limitrofi – ha sottolineato Valsecchi- il personale ATA è concesso in base al numero d’iscritti, perché il sistema funzioni al meglio, è chiaro che con il calo delle iscrizioni, c’è stato un taglio del personale, fino ad oggi sono state concesse delle deroghe, ma la direzione scolastica ha annunciato che non ce ne saranno più”.

Roberto Monteleone, capogruppo di maggioranza e il sindaco Cesare Valsecchi

 

Lo scenario, del tutto plausibile, visto il margine di un unico voto, di una bocciatura del nuovo piano di riorganizzazione delle scuole, riesumerebbe anche i, forse mai archiviati, malumori politici interni, la cui appartenenza alla sfera delle cause o degli effetti è quanto mai sfumata. “Potrebbe essere che qualcuno della giunta voti contro, speriamo che non avvenga – ha dichiarato il sindaco – non possiamo prevedere come andrà, l’unico punto è Monteleone” il capogruppo di maggioranza, che già aveva fatto propendere per l’allungamento dei tempi in sede di commissione a dicembre, ed oggi è ancora “ago della bilancia”. “Per gli altri non ho dubbi – ha proseguito Valsecchi- si vedrà mercoledì, dipenderà dal numero dei presenti, dalle motivazioni che verranno presentate, un’astensione, per esempio, sarebbe diversa da un ‘no’ ”, anche se, di fatto, in caso di parità di voto la riforma non verrà comunque approvata.

La bocciatura del piano scuole potrebbe scuotere gli equilibri, già precari, della giunta; “abbiamo posizioni diverse, è così per tutti i provvedimenti, lo era stato anche per la tangenzialina – ha detto il primo cittadino che esclude l’ennesima diserzione – a differenza dell’ex consigliere Mainetti– l’ultimo dopo Eleonora Rota e Boubou Dia  (Casa delle Sinistre) a spostarsi fra le file della minoranza-  che da tempo manifestava il suo malumore, ora non sono state sollevate queste necessità” ha concluso.

Una riforma, quella che sarà alla “prova del 9”, stasera, in consiglio, che da subito non ha avuto vita facile, tanto nell’ambiente politico delle minoranze, quanto nelle famiglie, mosse dal denominatore comune di volerla affossare; neppure la riduzione del piano, fino all’osso, che sacrificherebbe da subito l’asilo di Foppenico e stenderebbe un alone d’ipotesi e “successive valutazioni” sugli altri plessi, ha calmato le acque.  Di fatto una politica di riorganizzazione scolastica andrà attuata, non come e nei tempi che vorrebbe la giunta Valsecchi? In serata si esprimerà il consiglio.