Campo de Boi. “Una strada già esiste, perché farne una nuova?”

Tempo di lettura: 2 minuti
Giacomo Zamperini
Giacomo Zamperini

LECCO – “Mi spiace, ma non sono per niente convinto del progetto… Non entro nel merito della questione “ambientale” che sinceramente mi interessa poco, essendo certo del fatto che il progettista rispetterebbe la flora e la fauna circostante, magari anche valorizzandole!

Il problema, meglio essere chiari e ribadirlo, è che una strada percorribile dalle auto che collega Campo de Boi esiste già! Quindi i miei dubbi sono sulla realizzazione di una seconda strada, solo perchè i privati non riescono a mettersi d’accordo sull’utilizzo condiviso della prima (ovviamente di proprietà privata)…

Rispetto il desiderio e l’esigenza di chi avendo su la baita vorrebbe utilizzare l’auto per raggiungerla più facilmente, ma sarebbe certamente auspicabile un accordo tra i privati, magari con una sorta di “arbitrato” dell’amministrazione comunale, piuttosto che la realizzazione di una seconda strada che, peraltro, potrebbe avere lo stesso problema della precedente!

Vorrei fare una domanda ai propugnatori del progetto: se uno o più aventi diritto non partecipassero alle spese per la realizzazione ipotetica della seconda strada, voi vietereste loro l’utilizzo della stessa? Se in futuro cambiassero idea, dovremmo permettere la costruzione di una terza strada? Capite quali possono essere gli inconvenienti? Campo de Boi non è Manhattan, meglio mettersi d’accordo sull’utilizzo della strada già esistente! Ripeto: capisco l’esigenza degli altri baitisti e trovo “ingiusto”, purchè legittimo, il comportamento degli attuali proprietari dell’unica strada che ne vietano l’utilizzo a chi ne avrebbe la necessità. Ad ogni modo, rimangono tutti i miei dubbi sulla realizzazione di una seconda strada solamente al fine di risolvere una disputa tra i privati che, francamente, pare più materia per studi di diritto medievale che altro!

Al contrario, se il progetto prevedesse la nuova strada utilizzabile da chiunque per raggiungere la località del borgo, sarebbe oggetto di una discussione più entusiasmante: senza macchine non può esistere una valorizzazione per il turismo di massa e contestualmente con le macchine si perderebbe l’aspetto “selvaggio” che premia questa località. Purtroppo, per come stanno le cose, sembra più di stare all’Asilo Mariuccia!”

Giacomo Zamperini