LECCO – Gentile Signor Valsecchi, ci conosciamo da qualche anno … e, sia fuori che dentro le casacche politiche di reciproca appartenenza, abbiamo rispetto l’uno dell’altra.
Questa doverosa premessa, per non dare motivo alle “bizzarre penne” che popolano i siti giornalistici, e tantomeno a Lei, di interpretare male questa mia replica al Suo intervento titolato “Manutenzioni, manutenzioni, manutenzioni”.
Questo continuo ritornello della mancata cura per decenni del Patrimonio Pubblico lecchese (strade, parchi, immobili etc.) non Le fa di certo buona campagna… sopratutto elettorale … in previsione di una Sua eventuale discesa in campo, come Sindaco.
Denota infatti poca attenzione e memoria per gli strumenti amministrativi che sono a Sua completa disposizione, come nella mia e di tutti i cittadini che hanno voglia e tempo di consultarli.
Basta, infatti, porre attenzione ai Bilanci e alle scelte degli ultimi 8 anni: si troveranno molte risposte. Converrà con me che negare un’evidenza non è buon indicatore per un Amministratore Pubblico. Anzi, mi permetto di indicarLe uno spunto “Pubblico” pescato a caso che
potrà andarsi a rileggere con calma.
Nella seduta di Consiglio Comunale del 25 novembre 2013 “Variazioni per assestamento generale al Bilancio di previsione 2013 e al Bilancio pluriennale 2013-14-15” l’allora Assessore al Patrimonio Pubblico, Avv. Francesca Rota, nel Suo intervento, che oserei definire disperato, richiamò l’attenzione dei 40 consiglieri comunali sulla continua modifica in termini economici dei finanziamenti relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria: modifica ovviamente al ribasso per gli anni a seguire. (Mentre nessun ribasso subì l’appalto rifiuti …)
L’avv. Rota non mancò di segnalare al Sindaco Brivio l’inutilità delle lettere di lamentele al politico romano di turno (allora Letta), come inutili riteneva essere le mozioni o le interrogazioni o il continuo riferimento al patto di stabilità. Semplicemente chiedeva un cambio di marcia al Sindaco Brivio, che oggi Lei presumo sostenga, come allora, con immutata lealtà.
Tornando ad oggi; il Patrimonio Pubblico di una qualsiasi città è amato, ma anche vissuto ed usato. Come uno splendido paio di scarpe (mi scuso se l’ accostamento non calza…), il cui uso quotidiano ne consuma inevitabilmente suola e foggia. Pertanto la manutenzione è un discreto e continuo “maquillage”, programmato, aggiornato, rivisto… ma mai da ridurre ai minimi termini, tanto da essere insignificante ed ininfluente: per evitare che una criticità risolvibile diventi una cronicità senza speranza. Se fossi in lei, non spenderei nemmeno tanto clamore per la burocrazia o per la Dirigenza. La prima perché, nonostante sia tanto osteggiata, pare essere necessaria per la sopravvivenza dell’apparato pubblico. Basta dare un’occhiata alle innumerevoli norme, circolari, disposizioni che si contraddicono tra di loro. Per quanto sia un paravento vetusto e spesso ignobile, è ancora oggi impiegata a piene mani. Quanto alla Dirigenza, in qualche caso è camaleontica, ma è Pubblica Amministrazione. E come tale è vituperata, quanto morbosamente accarezzata quando fa comodo.
Non si stupisca, allora, Signor Valsecchi delle “grane” che il Suo Assessorato Le riserva giornalmente. Non continui a gettare malevoli insinuazioni su un passato, a Sua detta oscuro ed incompetente, quando questo Suo presente amministrativo è trasparente come la pece; e per situazioni ben più gravi che il restauro di un teatro o altro.
Si ritenga invece fortunato della preziosa esperienza che sta svolgendo: faticosa e non sempre appagante come vorrebbe, ma che disegna l’autentica società in cui siamo costretti a vivere e a confrontarci. Annulli, se Le è possibile ovviamente, la nervosa ed estenuante necessità di
riferirsi al passato dei suoi predecessori come viatico ai mali di oggi, ricamandoci sopra enormi ed inesistenti pecche amministrative: combatta e cerchi il meglio per Lecco.
Le assicuro, in prima persona, che Le lascerà un segno nel cuore. Positivo, nonostante tutto. Ma, soprattutto, non avrà bisogno di “manutenzioni” perché tale e quale si manterrà.
Cordialità.
Antonella Faggi