Mauro Corona chiude Leggermente: “Non sprecate tempo e accettate le sconfitte”

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Mauro Corona

 

LECCO – Leggermente chiude il sipario dell’edizione 2017 con Mauro Corona. Ieri sera, martedì, in tanti si sono accomodati al Teatro della Società di Lecco per ascoltare la “chiacchiera” come l’ha definita lo stesso scrittore, nonché alpinista e scultore, friulano che ha presentato il libro “La via del sole”, al suo fianco, nelle vesti di intervistatore, Ruggero Meles.

Antonio Peccati

 

Dopo gli onori di casa del presidente di Confcommercio Lecco Antonio Peccati, Corona, prima di iniziare, ha voluto ricordare i fratelli Giorgio e Marco “Butch” Anghileri: “Ogni volta che vengo a Lecco voglio sempre ricordare questi due grandi alpinisti e amici e portare un saluto alla loro famiglia”.

Mauro Corona e Ruggero Meles

 

Poi a Meles è bastato dare il proverbiale “la” a Mauro Corona che ha iniziato la sua “chiacchiera” esortando il pubblico lecchese a “non sprecare tempo” che è il tema del suo libro. “Ernesto Saba diceva: la vita si scrive in brutta copia e non c’è tempo di correggerla e ricopiarla in bella. Io, più prosaicamente, dico che le nostre vite sono un romanzo: c’è chi ha più pagine, chi meno, chi purtroppo ha solo la copertina… Non sprecate tempo. Io ho conosciuto un uomo, un amico, che ha vissuto per accumulare soldi. Gli chiedevo di venire a scalare, a caccia ma lui no, mi diceva: non si può. Poi ha preso una malattia, una di quelle senza ritorno e allora ha smesso. E’ andato all’ospedale e io, che sono un bastardo leale, cinicamente gli ho detto: hai visto che si può smettere. Lui, disperato, cercava di afferrare vita che non aveva più, ed è morto. Dobbiamo tenere vita la vita, perché domani può non esserci. Mi raccomando, non perdete tempo”.

Una dura critica quella di Corona verso l’avidità: “Siamo diventati eroinomani di oggetti e dipendenti da loro. Ci hanno ridotti a dei fessi, perché bisogna consumare per forza. Colmiamo i nostri vuoti con gli oggetti. La vita invece dovrebbe essere come una scultura: dobbiamo togliere per vedere. Invece ci copriamo di cose anziché accontentarci di apprezzare quello che abbiamo, senza volere di più. Siamo come il personaggio del mio libro che vorrebbe il sole e per averlo decide di decapitare le montagne… un personaggio tragico”.

Corona ha poi fatto una riflessione sulla sconfitta: “La missione di ognuno di noi sarebbe quella di rendere gli altri felici o quanto meno contenti e cos’è che fa star bene gli altri? E’ il fallimento. E’ perdere. Farete felici un sacco di gente. La Rochefoucauld scrisse: ‘nelle disgrazie dei nostri migliori amici c’è sempre qualcosa che non ci dispiace affatto’. Accettate il fallimento come un’opera buona”.

Altro tema caro a Corona sono i giovani, il cui slancio, entusiasmo, la voglia di fare sono spesso frenati dalla burocrazia e dal sistema che, anziché aiutarli e agevolarli, mette loro un bastone tra le ruote. “Dalle mie parti – ha raccontato Corono – C’è un ragazzo che vorrebbe aprire una latteria, ma i vincoli, le leggi talvolta assurde e la burocrazia gli hanno reso la vita talmente difficile che ha deciso di mollare. Io sognerei che la politica, nelle zone povere di montagna, dove non nevica firmato, permetta ai giovani mossi da idee, fantasia e dalla voglia di lavorare un’anarchia imprenditoriale. Un ragazzo vuole aprire un bar? Apri il bar, domani. Poi io, Stato, vengo a vedere: se hai fatto il furbo paghi. Perché bisogna anche imparare a pagare quando non si rispettano le regole. Ma questo non avviene perché siamo governati da politici che non hanno idee, in quanto la maggior parte di loro sono collocati dalla politica. E così, non avendo idee cosa fanno? Proibiscono”.