LECCO – “Il dibattito sulla grande Lecco, promosso lunedì sera da Appello per Lecco, ha costituito un momento di riflessione che solo in apparenza ha toccato un tema che può sembrare lontano dalle esigenze e dalle preoccupazioni dei cittadini, diciamo pure dei lecchesi. Nel senso che il perimetro dell’analisi geopolitica non può non riguardare l’area lecchese nella sua interezza.
Nella giostra dei pareri, frutto anche di tempi ed esperienze diverse, il contributo dei miei predecessori e di sindaci dei Comuni vicini, è stato messo a fuoco un punto incontrovertibile e che si può riassumere nel concetto che il Comune resta l’organismo democratico più vicino ai cittadini e non sostituibile con pastrocchi che ne limitino e scalfiscano quella che ci piace chiamare identità. Ma occorre fare i conti con la realtà, con il mondo che è cambiato, con le risorse, con i servizi che crescono e le richieste sempre più articolate e diffuse. La parte di Lecco non può essere un’ambizione megalomane: penso esattamente il contrario e cioè che laddove Lecco rivendichi e venga riconosciuta come Comune capoluogo, maggiori dovrebbero essere le responsabilità rispetto ai privilegi. Intendo una Lecco non abbandonata dal sistema delle infrastrutture, non confinata nella periferia lombarda, ma strategica, così come la definisce l’insieme delle forze politiche e delle istituzioni quando si tratta di cogliere le attese economiche e culturali su cui si fondava la Provincia di Lecco.
Sembra passata un’epoca dall’insediamento del primo governo provinciale e avendo attraversato quella esperienza posso dire che le rivalità dei Comuni si affievoliscono davanti a un disegno comune, a un progetto, a un piano. E’ in questo senso e in questa direzione che ho avanzato l’ipotesi di un piano di governo del territorio condiviso, perché significherebbe non solo trovare accordi gestionali, bensì condividere gli investimenti e le scelte di fondo, scoprire dove andiamo e quale destino vogliamo costruire con le nostre mani. Ci sono di mezzo il futuro delle nuove generazioni e le sfide che l’equazione scuola-lavoro deve essere un punto portante della grande Lecco.
E l’industria, il commercio, l’artigianato, non sono categorie economiche costitutive prima ancora che associazioni che svolgono la loro attività nell’area lecchese, come mi piace ribadire?
Così come ritengo sia necessario un processo di osmosi che vada oltre le cortine partitiche e recuperi quella politica del pensare e del fare che, per quanto mi riguarda, mi vedrà sempre in prima fila a difendere le prerogative dei Comuni, senza seppellirne le peculiarità, ma evitando che il vecchio concetto del “piccolo è bello” diventi uno slogan antistorico!”
Il sindaco Virginio Brivio