Laorca. Via la scuola, cosa farne dell’edificio? Se ne discute mercoledì

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L'ex scuola elementare di Laorca
La scuola elementare di Laorca

LECCO – Un destino segnato ormai da tempo quello della scuola elementare Pio XI di Laorca, nonostante gli sforzi da parte del Comitato genitori “Io amo la mia scuola io amo il mio rione” di salvarla. Da settembre si inizierà l’anno scolastico con sole due classi (la quarta e la quinta) e una trentina di alunni.

Non sono servite le mille e più firme raccolte, non sono serviti i progetti scolastici extra didattici che sono stati sviluppati nel corso dell’anno scolastico appena concluso, e neppure le lettere spedite dal Comitato al Comune di Lecco in primis all’assessore all’Istruzione Salvatore Rizzolino e al sindaco Virginio Brivio alle quali non sono mai giunte solerti risposte, anzi. E anche quando da palazzo Bovara sembrava ci fosse la disponibilità ad operarsi affinché il plesso potesse rimanere in vita, poco o nulla s’è fatto.

Su tutto questo incombe poi l’ombra di un “boicottaggio”, come ebbe modo di lamentare lo stesso Comitato quando seppe, da alcuni genitori, di certe telefonate fatte dall’allora Dirigente Angelo Falcone attraverso le quali avrebbe “esortato i genitori che avevano iscritto i bambini alla Pio XI  di spostare la propria preferenza a favore di altre scuole: San Giovanni, Bonacina e Malnago”.

La ciliegina sulla torta è l’input che l’assessore Rizzolino avrebbe recentemente dato al Comitato, ovvero quello di pensare già da ora, a quale potrebbe essere la nuova destinazione dell’edificio in cui attualmente è attiva la scuola primaria Pio XI di Laorca.

E così, il Comitato ha convocato per domani, mercoledì sera, alle 21, presso l’oratorio di Laorca, una riunione aperta a tutta la cittadinanza, per iniziare a discutere di quale potrà essere la futura destinazione dell’edificio raccogliendo idee e proposte.

Ora, se più di mille persone hanno firmato ed espresso il proprio parere a favore al mantenimento della scuola, voce rimasta inascoltata senza incontrare i favori di chi sta amministrando la cosa pubblica e non ricevendo nemmeno una chiara risposta: ‘signori volenti o nolenti la scuola chiude’ (perché al di là delle chiacchiere questi sono in fatti) con che piglio i cittadini avanzeranno proposte se la “sintonia” è questa?