LECCO – Gli orsi non sono tornati in Trentino per loro volontà, ma per decisione della Provincia che ne ha fatto un vanto con tanto di pubblicità, e a spese del contribuente. Ma gli orsi veri non sono di peluche e ci vuole la volontà e l’esperienza per la gestione.
Si leggeva poco tempo fa: “Il ritorno degli orsi in Trentino è stato un notevole successo di conservazione, ha portato un valore aggiunto all’ecosistema naturale delle Alpi e potrebbe avere effetti positivi anche sulle comunità locali e l’economia della regione, come dimostrato in altre aree d’Europa dove l’orso è presente”. Lo affermano i maggiori esperti europei che lavorano sugli orsi allo stato selvatico, impegnati oggi a Trento in un meeting presso il Centro avifauna del Casteller.
La provincia di Trento ha una grandissima colpa quella di essere rimasta in attesa per troppo tempo senza sviluppare un credibile sistema di gestione del fenomeno “orso”. Ogni qualvolta succede un episodio di contatto diretto, si urla e si prendono provvedimenti drastici (troppo facile ucciderli).
Il rischio zero non esiste: è dimostrato a livello globale che più comunicazione si fa, meno aggressioni ci sono. Ed è responsabilità dell’ente pubblico diminuire il numero di aggressioni con una corretta informazione. Un aspetto sul quale avrebbero dovuto assolutamente lavorare meglio e di più.
Ezio Venturini,
Assessore all’Ambiente del Comune di Lecco