Ha preso il via lunedì sera, nella sala don Ticozzi di Lecco, il ciclo di incontri “Carlo Sini presenta Carlo Sini”, organizzati dalla neonata associazione Frammenti di Filofosia presieduta dal giornalista e psicologo Enrico Bassani. In cattedra anche la professoressa Florinda Cambria che ha introdotto la prima serata dal titolo “Come si diventa ciò che si è – dialogo sull’autobiografia” a lei inoltre il compito di interrogare il grande filosofo che al termine della serata ha colloquiato con il numerosissimo pubblico presente in sala. A fare gli onori di casa l’assessore alla Cultura Michele Tavola.
Una serata “illuminante” com’è stata definita dal pubblico, a tratti quasi “accecante”, soprattutto quando il professor Sini ha spiegato con chiarezza disarmante che la “Verità non è quella che tutti pensano di conoscere, nemmeno volgendo lo sguardo al passato quando scopriamo ‘in verità’ che ‘quella era la mia casa’, ‘quella era la mia città’, ‘la mia strada’ o ‘il mio lavoro’ “.
La Verità per Sini è un progetto che si compie, da un Io non autentico, bensì da un Io che altro non è che “il prodotto di ciò che è stato: tant’è che la mia lingua è quella fatta da altri, la mia vita mi è stata data da altri, la società in cui vivo è stata fatta da altri, la mia stessa cultura proviene da secoli e secoli di generazioni e con essa le credenze, le emozioni e i valori che ne conseguono”.
E’ chiaro dunque che la verità non è una sola e non è l’oggetto fuori da se stessi, bensi un progetto che si compie. Ma in un momento storico caratterizzato dalla globalizzazione siamo davanti a un incrocio dove confluiscono numerose tradizioni e quindi numerose verità. E’ necessario quindi preparare un terreno comune su cui confrontarsi e non può certo essere il logos occidentale perchè vorrebbe dire prevaricare gli altri.
Per l’uomo diventa quindi importante conoscere la tradizione e il passato da cui proviene, al fine di riappropriarsi delle proprie origini. Consapevole di questo deve poi dimostrare di essere all’altezza e di saper utilizzare questa sua consapevolezza.
Tornando alla domanda principale: chi sono io e come lo sono diventato? Per rispondere Sini si riallaccia a Cartesio il quale sosteneva che “Almeno una volta nella vita bisogna tornare a se stessi” e prima ancora a Socrate, che già a suo tempo, lo aveva capito arrivando a sostenere di “sapere di non sapere”. Socrate stesso andando a ritroso non aveva trovato nulla di quello che viene definito “sapere”, ma già l’essere riuscito a compiere questo passo, l’essere riuscito ad avere questa presa di coscienza, è fondamentale perchè gli consente di tornare a frequentare il sapere. Sapere che Sini ha definito “l’unica fiammella nella notte buia”.
I prossimi appuntamenti.
29 febbraio: “Dov’è la Mente?” – Sapere dell’anima e scienza del corpo
7 marzo: “Delle cose che hanno significato” – Soglie e cammini del senso
14 marzo: “Che cosa desidera il potere” – Alle radici dell’uomo sociale
21 marzo: “Come nasce il monto” – Favole dell’universo e cosmologia scientifica
28 marzo: “La conoscenza e la vita” – Dinamiche del comportamento e arte del pensiero