LECCO – In un giorno di mestizia per l’addio a Paolo Cereda, figura non marginale nel mondo del volontariato formativo lecchese, ai sentimenti di commozione da condividere anzitutto con i suoi genitori, con la sua famiglia, provo a cogliere il senso e l’eredità che le persone di valore come lui ci lasciano oltre al ricordo.
E allora torna naturale il richiamo al mondo della scuola, che in questi giorni è protagonista nella maggior parte delle nostre case. Voglio evidenziare l’aspetto educativo e didattico della scuola, che resta il cuore e l’anima della sua funzione. In tempi di crisi, istituti scolastici efficienti e qualificati dischiudono orizzonti che alimentano speranze nei giovani, sempre più esposti al rischio di derive che non solo non permettono la loro realizzazione, ma rischiano di emarginarli e di far vivere loro nel limbo dell’incertezza i migliori anni della loro vita.
Non posso che augurare a ciascuno studente, dai primini a agli universitari, di trovare la via giusta per crescere, formarsi e costruire un domani. So bene che il compito del Comune è di garantire un’edilizia scolastica sicura e vi assicuro che su questo versante l’impegno è concreto e diretto a colmare anche qualche pesante eredità. Garantire i minimi standard agli edifici è la premessa fondamentale perché i nostri ragazzi siano messi nelle migliori condizioni per ottenere profitto, ma mi permetto di insistere sul valore dei libri, intesi come lo strumento simbolo dello studio. Mi rivolgo quindi ai ragazzi per sollecitarli all’impegno, perché attraverso l’apprendimento quotidiano oggi possano essere cittadini virtuosi domani.
Lecco ha nel suo DNA la cultura del lavoro che oggi deve manifestarsi secondo schemi diversi dal passato, dove talvolta la cultura degenerava in culto. Ma sappiate che senza conoscenza, preparazione, specializzazione, non solo non sarete competitivi sul mercato, ma anche e soprattutto poveri sul piano umano e su quello delle relazioni, oggi più che mai estese per geografia e storia.
Sono parole che spendo anche per i miei figli, nella convinzione che un sindaco-padre sia favorito nel capire le dialettiche che caratterizzano la complessa vita dei giorni nostri. Non c’è ruolo più appropriato per coniugare il pubblico con il privato!