COMO-LECCO – Salta il raccolto del fieno maggengo, impianti di fiori e orticole vengono rasi al suolo, viti e ulivi ridotti a scheletri. Il tutto senza contare i danni alle strutture fisse, serre bucate e tetti scoperchiati di stalle e ricoveri agricoli.
Alla fine, la grandinata che ieri sera (6 maggio) si abbattuta sul nord della Lombardia costerà all’agricoltura lariana un vero e proprio bollettino di guerra, con danni che, già dalle prime stime, ammonteranno a diverse centinaia di migliaia di euro.
È quanto emerge dal monitoraggio (ancora in corso) dei tecnici Coldiretti nelle campagne delle due province, colpite dalla maxi grandinata che ieri ha devastato da est a ovest l’alta provincia, sferzandola dalla Valsassina, al Triangolo Lariano e colpendo con particolare violenza l’area della Tremezzina (Co), Lenno e Mezzegra. La tempesta di ghiaccio si è scatenata intorno alle 19.30 nell’Alto Lago di Como, e si è poi spostata verso il Basso Lago e il confine con il Varesotto.
Le foto scattate al Colle di Balisio in frazione di Ballabio (Lc) sono più che eloquenti e mostrano il fieno, già pronto per il taglio di maggio, che appare irrimediabilmente allettato. Colpiti vigneti e frutteti nella zona di Mandello del Lario, ma è tra Lenno e Mezzegra, sull’Alto Lago di Como, che la grandinata è stata più violenta con chicchi grossi come una noce. “I fiori in pieno campo sono stati letteralmente triturati” racconta Luciano Bianchi, floricoltore di Lenno. “Mai vista una situazione del genere – gli fa eco Antonella Pesenti anche lei di Lenno – Oltre al fieno perduto, le piantine da orto appena seminate sono andate distrutte così come i piccoli frutti. Senza considerare il vigneto, con le piante che sono praticamente ridotte a scheletri, così come le piante di ulivo”.
Colpiti anche i vitigni storici del Lecchese, che Marco Riva sta recuperando a fatica dal 2014. “Un quarto d’ora di tempesta in vigna ci ha fatto temere il peggio: alla fine ci siamo ritrovati con un 15% circa di viti spaccate e grossi danni alle ortive. Ora inizia il lavoro per tentare di recuperare il possibile, ma davvero è stato un pessimo inizio di stagione”.
“Nell’attuale fase di calendario – aggiunge il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – la grandine è certamente l’evento più temuto dagli imprenditori: le perdite nei raccolti che può provocare sono imprevedibili, così come repentino può essere l’inversione climatica, specie nelle nostre zone tra pianura e montagna. L’andamento anomalo degli ultimi tempi conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, dal caldo al freddo”.