Amianto a Lecco. Cosa è stato fatto, cosa si farà

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Un presidio del Gruppo Aiuto Mesotelioma all’Ex Leuci

 

LECCO – Non è solo l’ex Leuci come noto a presentare il problema dell’amianto. Diversi sono gli edifici in città, soprattutto ex aree industriali. Immobili deteriorati nel tempo, che periodicamente fanno ‘parlare di sé’ per la dispersione di fibre di cemento amianto e che accendono i riflettori su un problema ancora tutto da risolvere, nonostante l’impegno delle amministrazioni comunali e delle associazioni, rallentate, se così si può dire, da una normativa ancora inadeguata per la bonifica.

La commissione riunita giovedì sera

 

Giovedì sera in commissione ambiente si è parlato della situazione amianto in città. Uno sguardo agli interventi fatti e alle azioni che il Comune di Lecco ha in programma di portare avanti in futuro, supportato dalla preziosa collaborazione con il Gruppo Aiuto Mesotelioma, dal 2016 presente proprio a Palazzo Bovara con uno Sportello Amianto aperto ogni mercoledì.

“A Lecco la quasi la totalità degli esposti dal 2011 a oggi è stata trattata – ha spiegato l’ingegner Chiara Brebbia, del servizio Ambiente del Comune di Lecco – La chiusura dell’istruttoria però non comporta necessariamente la bonifica, dipende ovviamente dall’indice di degrado rilevato: se inferiore a 25 non è necessario intervenire con immediatezza, tra 25 e 44 è previsto l’obbligo di bonifica entro 3 anni e infine sopra 45 la rimozione della copertura in cemento amianto deve avvenire entro 12 mesi”.

Purtroppo le tempistiche per la trattazione degli esposti non sono mai brevi come sottolineato: “Si rilevano criticità importanti, tra le altre la difficoltà di individuare il sito segnalato per mancanza di informazioni complete, la difficoltà di individuare la proprietà, che spesso prevede una ricerca catastale importante, così come quella di trovare un interlocutore nel caso di fallimento”.

Illustrata quindi la situazione sui siti sensibili situati nel territorio comunale lecchese. In primis l’ex Leuci, da anni sotto i riflettori per quanto riguarda il pericolo amianto. Tra 15 giorni come ricordato in Aula scadrà il termine dell’ordinanza emessa dal Comune di Lecco per la bonifica del sito. “Dal 2016 abbiamo una corrispondenza e un’attività corposa con la proprietà, siamo agli ultimi atti – ha spiegato Brebbia – l’Ats ha però ribadito la diffida perchè la documentazione presentata non è ancora completa”.

Completata invece la bonifica della Metallurgia Tognetti Spa di via Belfiore, per un totale di 9.390 metri quadri di cemento amianto.

Il tetto dell’ex vellutificio, al centro si nota la parte di copertura mancante

 

C’è poi l’ex Vellutificio Redaelli a Rancio: “Qui è stata effettuata la messa in sicurezza del sito, valutato lo stato di conservazione e avviato il programma di controllo. Ad oggi l’indice di degrado è 40, dunque la bonifica dovrà avvenire entro 3 anni dalla valutazione”.

Bonifica in vista anche per il Tubettificio Europeo di Corso Carlo Alberto: “Premesso che non sono mancate le difficoltà nel trovare prima la proprietà e poi il corretto interlocutore, lo scorso 25 maggio siamo finalmente arrivati alla presentazione della pratica edilizia privata che prevede la rimozione di tre coperture, per un totale di 4.520 metri quadri di amianto”.

Chiude l’elenco la Beco Srl di via Tonale, per il quale l’opera è ancora in itinere come spiegato dal Comune: “E’ stato fatto il sopralluogo con l’Ats per rilevare l’indice di degrado e la scorsa settimana la curatrice fallimentare ci ha trasmesso la copia della richiesta di autorizzazione al giudice per lo svincolo delle somme necessarie per attuare la bonifica”.

Il Comune insomma come sottolineato non è fermo sul tema amianto, anzi. “Dal 2016 – ha ricordato l’ingegnere Brebbia collaboriamo con il Gruppo Aiuto Mesotelioma grazie al quale abbiamo aperto uno Sportello Amianto proprio in Comune. Stiamo quindi provvedendo ad elaborare una relazione riassuntiva dello stato delle istruttorie e contestuale controllo delle scadenze”. In corso d’opera quindi la predisposizione di un bando rivolto alle ditte specializzate nella rimozione, smaltimento e incapsulamento dell’amianto, con Regione Lombardia.

Per facilitare la comunicazione da parte dei cittadini è in programma una revisione della modulistica e recentemente è stato proposto un protocollo di gestione degli esposti in Comune con l’Ats Brianza. “In collaborazione con Arpa poi vorremmo sperimentare una mappatura delle coperture di cemento amianto sul territorio che ci consentirà di avere un quadro generale delle criticità”.

Una proposta che il Gruppo Aiuto Mesotelioma propone di estendere all’interno territorio della Provincia di Lecco: “Iniziare a fare un campione di mappatura della città non ha molto senso secondo noi – ha dichiarato Cinzia Manzoni – a questo punto varrebbe la pena di sperimentare su tutto il territorio anche con l’aiuto di geolocalizzazione e droni. La cifra di un progetto simile si aggirerebbe intorno ai 45 mila euro, e le tecnologie utilizzate permetterebbero di rilevare anche le parti più piccole di cemento amianto, fino a 1 metro quadro”.

 

 

 

 

 

Mappatura: fase successiva sperimentazione con individuazione modalità operative più efficaci per acquisire i dati e quindi

 

Piano regionale prevede che la mappatura venga fatta da arpa mediante telerilevamento: abbiamo preso contatti per valutare l’estensione a tutto il territorio comunale. Disponibilità data

 

Bando assegnazione lavoratori: