Dentro il Mondiale: analisi e pronostico del giornalista Mediaset Ricky Buscaglia

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Riccardo Ricky Buscaglia giornalista telecronista sportivo

MILANO – I Mondiali di calcio di Russia 2018 verranno ricordati come i mondiali della disfatta delle “big” e dei top player. L’Argentina di Lionel Messi, la Germania di capitan Manuel Neuer, la Spagna di Andrés Iniesta tutte a casa, così come il Portogallo di CR7 alias Cristiano Ronaldo. E mentre ieri sera, martedì, sono terminati gli ottavi di finale e si sono delineati i quarti, abbiamo raggiunto telefonicamente il giornalista sportivo Riccardo “Ricky” Buscaglia, lecchese, classe 1973, da 12 anni a Mediaset e oggi una delle voci che stanno raccontando, in esclusiva, i Mondiali di Calcio.

A lui abbiamo chiesto lumi per capire cosa sia successo finora in questo Mondiale e, ovviamente, un pronostico su chi sarà il Campione del Mondo 2018.

“Organizzazione”. Questa la parola chiave usata da Buscaglia per spiegare la debacle delle grandi e le rivelazioni di squadre come Uruguay, Croazia, Svezia e Belgio che sono riuscite ad accedere ai quarti di finale.

“Il calcio è organizzazione. E se c’è una verità che emerge da questo Mondiale è proprio questa. Sono passate le formazioni organizzate e sono uscite quelle che si sono basate unicamente sui talenti individuali. Il singolo non fa più la differenza o, se la fa, è perché fa parte di una squadra ben organizzata”.

Da sinistra, Dario Donato, Jessica Tozzi e Ricky Buscaglia nella trasmissione “Buongiorno Mosca” delle ore 9 su Mediaset Extra

 

A deludere più di tutti l’Argentina: “Potremmo fare una lunga lista dei problemi che hanno afflitto e affliggono la squadra di capitan Messi, che a ben guardare si è rivelato molto più di un semplice leader. Guidata da un allenatore ‘naif’ (Jorge Sampaoli, ndr) che ha effettuato convocazioni sbagliate, l’Argentina non ha mai trovato un assetto convincente e ha dimostrato di avere un centrocampo troppo lento. Altra delusione la Germania, che ha avuto una trasformazione inspiegabile. Fino a due mesi fa giocava diversamente, al Mondiale è apparsa cotta, bollita e persino malmessa in campo. Anche in questo caso qualche ‘chiamata’ azzardata di mister Joachin Loew e l’assenza di Leroy Sané del Manchester City hanno pesato. Col senno di poi, mi verrebbe da dire che ancor più dell’Argentina la vera delusione è stata la Germania. Perché se la squadra di Messi, già dalle qualificazioni ai Mondiali, aveva mostrato segni di cedimento, la trasformazione della Germania è stata imprevista. Poi c’è il Portogallo, campione d’Europa certo senza dimenticare però che ha vinto il titolo portando chiunque ai rigori, formazione che a questi Mondiali ha puntato tutto sul singolo, ovvero CR7 e torniamo al discorso iniziale: mancanza di organizzazione”.

Con un tabellone che vede ora vede di fronte: Uruguay – Francia; Brasile – Belgio; Russia – Croazia e Svezia – Inghilterra, chi vincerà la finale del 15 luglio? “Tutti dicono il Brasile, ma è anche vero che si trova nel lato più forte del tabellone; quindi io dico Croazia, perché è una formazione che ha tutte le carte in regola per andare in finale e vincere”.

Lo speciale “in bocca al lupo” di Ricky Buscaglia per l’esordio Mondiale del collega Alessandro Iori

 

Abbiamo parlato di singoli, c’è qualche giocatore che ti ha colpito positivamente? “Se parliamo di quelli noti, credo che Luca Modric della Croazia al momento sia il centrocampista più forte al mondo. Se invece parliamo dei meno noti, indubbiamente il portiere dell’Iran Alireza Beiranvand già decretato dalla Fifa il 9° miglior portiere al mondo. Quello orientale è un calcio che non guardiamo, ma è proprio un altro giocatore che viene da lì ad avermi colpito particolarmente ed è il terzino sinistro dell’Arabia Saudita Yasir Al Sharani. Sono calciatori che non giocheranno mai in un top club, ma sarebbe bello vederli giocare in Europa”.

Calcio che è capace ancora di regalare storie commoventi… “Il calcio purtroppo viene ricordato per brutti episodi, risse sugli spalti, società dai bilanci disastrosi, tuttavia è ancora uno sport che riesce a regalare grandi emozioni. Ed è quello che è successo con Panama, formazione che ha partecipato per la prima volta nella sua storia ad un Mondiale. Alla partita inaugurale con il Belgio i giocatori hanno pianto durante l’inno, orgogliosi di farlo ascoltare al mondo intero e, quando hanno segnato il loro primo e unico gol, hanno festeggiato come se avessero vinto il Mondiale. Queste sono cose che riescono a riappacificarti con questo sport”.

E raccontare un mondiale attraverso le telecronache di emozioni ne dà? “Che dire, è una soddisfazione enorme. E’ vero che una telecronaca resta sempre una telecronaca, ma lavorare per un Mondiale è diverso. E’ una manifestazione totalmente differente che dà grandi soddisfazioni”.