Intervista ad Alberto Redaelli, nuovo Delegato della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino
50 anni, di Suello, è nel Cnsas da 20 anni, di cui sei come Capostazione della stazione del Triangolo Lariano
LECCO – E’ salito alla guida della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino dal 1° gennaio 2019, raccogliendo il testimone da Luca Vitali, a sua volta subentrato a Gian Attilio Beltrami, storico Delegato scomparso nel 2017 sul Monte Bianco.
Il nuovo Delegato
Il suellese Alberto Redaelli è il nuovo Delegato del Cnsas Lariano. Membro del Soccorso Alpino da 20 anni, per sei è stato Capostazione della Stazione del Triangolo Lariano, oggi in mano a Gianluca Crotta. Una lunga esperienza di soccorritore, che lo ha portato alla guida della XIX Delegazione Lariana. Redaelli è stato eletto lo scorso dicembre: “Per me è un onore ricoprire questo ruolo – aveva dichiarato – so di avere un’importante eredità sulle spalle, farò di tutto per esserne all’altezza”. Lo abbiamo incontrato per fare ‘il punto’ della situazione, chiedendogli quali sono i progetti che intende realizzare nel corso dei tre anni del suo mandato.
La situazione della Delegazione oggi
Ad oggi la Delegazione Lariana del Cnsas è composta da sette sezione (Lecco, Valsassina, Triangolo Lariano, Dongo, Lario Occidentale e Varese) e 230 volontari. Nel corso del 2018 sono stati effettuati all’incirca 300 interventi (questa la stima, in attesa della relazione ufficiale del Cnsas).
“Oggi possiamo dire che la Delegazione funziona bene e con efficienza – ha dichiarato Redaelli – ma dobbiamo rialzare la testa. Credo di poter dire che non abbiamo ancora riassorbito del tutto la scomparsa di Beltrami, la sua mancanza si sente. E’ stato Delegato per vent’anni, vedeva il Cnsas come un’industria e come tale gestiva la Delegazione. Io vorrei continuare sulla sua strada, come ha fatto Luca Vitali che, ricordo, ha avuto un compito non facile ma che ha saputo gestire molto bene. Così, come prima cosa, il Delegato deve circondarsi di figure di spicco che lo aiutino a portare avanti la ‘macchina’. Il prossimo 4 febbraio ci sarà il primo consiglio di zona durante il quale dovrò nominare i responsabili di settore: sanitario, tecnico, di forra, ricerche, cinofilo, Gruppo Operatori Radio, Soccorso Piste e automezzi. In questi giorni sto facendo tutti gli incontri del caso, questo è un passaggio fondamentale per avviare bene il lavoro”.
Appello ai giovani
A livello di numero di volontari operativi il nuovo Delegato non ha parlato di emergenze: “Quasi un anno fa abbiamo perso due ragazzi in gamba, una ferita ancora aperta per tutti noi – ha detto, ricordando Giovanni Giarletta a Ezio Artusi, scomparsi in Grignetta il 16 febbraio 2018. Sarebbe bello che nel Soccorso Alpino entrassero più giovani ma non possiamo lamentarci. Arrivano tante richieste da fuori zona, dal milanese, per esempio, meno dal lecchese/alto lago. Fare il soccorritore alpino è comunque impegnativo, anche a livello di preparazione e formazione: ricordo che nella nuova convenzione stipulata con Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) ogni soccorritore deve fare un corso di primo soccorso di 120 ore, che non sono poche. Oltre a tutto il resto. Queste nuove direttive capisco possano essere un po’ scoraggianti per gli aspiranti volontari. Stiamo cercando di diluire un po’ il carico di lavoro in termini di formazione, ad esempio facendo fare loro il corso di 120 ore durante il cosiddetto ‘anno sabbatico’, l’anno di affiancamento che ogni aspirante volontario del Soccorso Alpino deve fare”.
Gli interventi in notturna
Redaelli ha quindi parlato delle importanti novità attivate con Areu e Soreu (Sale Operative Regionali dell’Emergenza Urgenza). Da ultima l’autorizzazione, da parte dell’Ente Nazionale Aviazione Civile, ad effettuare manovre speciali di notte con l’uso dei visori notturni. “In pratica – ha spiegato Redaelli – dallo scorso giugno l’elicottero del soccorso è autorizzato a verricellare l’equipe tecnica e sanitaria su siti noti e censiti”.
Un processo avviato oltre due anni fa e che sta per concludersi: “Attualmente il volo notturno non ha la stessa libertà di azione che, ad esempio, ha la Rega Svizzera. Siamo in fase di ‘accertamento’, ovvero gli equipaggi si stanno formando per le operazioni in notturna. Proprio lo scorso 21 gennaio abbiamo avuto un incontro in Soreu a Como sulle procedure del volo notturno. Da due anni stiamo procedendo con l’identificazione dei punti noti per poter sbarcare gli equipaggi: siamo quasi al termine della ‘mappatura’ portata avanti dai nostri tecnici e poi da Soreu che si occupa del sopralluogo dall’alto per verificare che il punto di appoggio individuato sia adeguato”.
Se dunque l’elicottero non può ancora verricellare ‘ovunque’ al calar del buio, la possibilità di effettuare voli notturni aiuta comunque, e di molto, le squadre di soccorso: “Il grande lavoro dei piloti è di fondamentale supporto per noi – ha sottolineato Redaelli – nei mesi scorsi, ad esempio, c’è stato un lungo intervento notturno in Grignetta, nella Val Scarrettone. L’elicottero non ha potuto portare le squadre in posto perché i punti di appoggio non sono ancora stati ‘censiti’ ufficialmente, tuttavia ha potuto effettuare un sorvolo, individuando i due alpinisti da soccorrere. Questo ha dato la certezza alle squadre partite da terra di dove andare, un tempo era impensabile, scoprivi dov’erano solo arrivato, se andava bene. Se no erano ore di ricerche”.
L’importanza dell’informazione
Infine, il nuovo Delegato ha annunciato il continuo impegno sul fronte dell’informazione: “Come capostazione ho organizzato diverse serate informative per scuole e cittadini nelle zone di mia competenza, quelle del Triangolo Lariano – ha ricordato – è un’iniziativa importante che sono certo verrà portata avanti da tutti i capistazione della Delegazione” ha concluso.