Indagati e parti offese davanti al Gup a tre anni e mezzo dal disastro. Udienza rinviata a marzo
Continua anche in Aula il rimpallo di responsabilità tra Anas e Provincia di Lecco
LECCO – Si è conclusa con un rinvio l’udienza preliminare per il crollo del Ponte di Annone andata in scena questa mattina, mercoledì, presso il Tribunale di Lecco. Sono trascorsi tre anni e mezzo da quel fatidico 28 ottobre 2016, quando il cavalcavia sulla Statale 36 collassò sotto il peso di un tir. Nella tragedia rimase ucciso Claudio Bertini, 68enne di Civate.
In Aula, davanti al giudice Paolo Salvatore, sono sfilate le difese dei cinque indagati, Angelo Valsecchi e Andrea Sesana (Provincia di Lecco), Giovanni Salvatore (Anas), Silvia Garbelli (Provincia di Bergamo) e Roberto Torresan (tecnico), e gli avvocati delle parti offese (gli eredi di Claudio Bertini, insieme agli altri automobilisti scampati alla tragedia, una famiglia di tre persone e il conducente della vettura rimasta in bilico sul vuoto) che hanno richiesto la costituzione a parte civile insieme alla Provincia di Lecco, Codacons Nazionale e Regionale, Anas e l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi.
Le Parti Civili
Di questi soggetti il giudice ha ammesso la costituzione a parte civile di tutte le parti offese nel crollo del 28 ottobre 2016, quindi della Provincia di Lecco, del Codacons Nazionale e di Anas, escludendo l’Anmi e Codacons Regionale.
Anas, la Provincia di Lecco e la Provincia di Bergamo sono stati chiamati in causa – e ammessi – anche come responsabili civili: ciò vuol dire che, in caso di condanna degli imputati correlati a questi tre enti (Giovanni Salvatore per Anas, Angelo Valsecchi e Andrea Sesana per la Provincia di Lecco e Silvia Garbelli per la Provincia di Bergamo) dovranno risarcire il danno causato. Come detto, l’udienza preliminare proseguirà il prossimo 11 marzo.
La famiglia Bertini: “Finalmente vedremo chi sono i colpevoli”
In Aula erano presenti Augusta Brusadelli, moglie di Claudio Bertini, unica vittima del crollo del Ponte di Annone, e la figlia Valeria, insieme al loro legale, Biagio Giancola: “Spero che questo processo si svolga velocemente – il breve commento della signora Brusadelli al termine dell’udienza – finalmente vedremo chi sono veramente i colpevoli”.
“Al momento – ha aggiunto l’avvocato Giancola – nessuno ha offerto indennizzi, siamo in attesa che qualcuno si faccia avanti ma ora come ora è prioritario l’accertamento delle responsabilità penali”.
Mancati rimborsi e rimpallo di responsabilità
Una questione, quella dei mancati rimborsi nei confronti delle persone offese, sottolineata con amarezza anche dal Procuratore Capo Antonio Chiappani, titolare del fascicolo insieme al pm Andrea Figoni: “Mi rattrista che le assicurazioni di questi enti non abbiamo ancora risarcito, nemmeno in minima parte, le persone offese, in particolare la famiglia Bertini” ha dichiarato “è una cosa che ferisce me nel profondo, immagino i familiari della vittima e gli altri coinvolti, oltre che tutti i lecchesi”.
“Finalmente il processo si è avviato, questo è sicuramente un passo molto importante – ha aggiunto – in udienza abbiamo assistito all’oramai tristemente noto rimpallo di responsabilità tra Anas e Provincia di Lecco, circostanza che ha caratterizzato sin dall’inizio questa grave vicenda. Forse, piuttosto che scaricarsi le colpe a vicenda, sarebbe stato meglio che questi enti riflettessero meglio su responsabilità e colpevolezze” ha concluso il dott. Chiappani.