LECCO – Come si spiega che il prezzo dell’energia elettrica diminuisce, mentre le bollette per gli industriali si fanno sempre più salate? La causa è da ricercare negli oneri a sostegno delle fonti rinnovabili, il cui peso economico è incrementato notevolmente negli ultimi mesi, “raggiungendo il 50% del costo della componente energia e il 25% del costo dell’intera fornitura”.
Questo viene evidenziato in uno studio del Consorzio Adda Energia, ente legato all’Associazione Piccole Medie Imprese di Lecco, il quale ha invitato i suoi associati (oltre 330 stabilimenti, per un consumo complessivo di 310 milioni di Kwh) ad una lettura più attenta della bolletta elettrica, per comprenderne le ultime evoluzioni.
Il Consorzio, in particolare, ha sottolineato come l’onere A3, necessario a finanziare i programmi di sostegno alle energie rinnovabili, abbia avuto un forte incremento ed il relativo valore abbia raggiunto il 50% del costo della sola componente energia pari al 25% del costo dell’intera fornitura.
Per le utenze in Media Tensione si è passati dai 16,65 Euro/MWh del primo trimestre 2011 ai 40,30 Euro/MWh dello scorso maggio mentre per le utenze minori in Bassa Tensione la variazione, nello stesso periodo, è stata da 20,28 Euro/MWh a 49,08 Euro/MWh . Solo in questo modo, secondo le stime dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (Aeeg), è possibile mantenere i regimi di incentivazione già assicurati a coloro che avrebbero effettuato investimenti nel campo delle energie rinnovabili.
“Sin dallo scorso anno ha preso avvio un movimento per lo più al rialzo di alcuni oneri – ha spiegato il direttore del Consorzio, Sandro Bonaiti – che per l’entità della loro variazione, sia in termini assoluti che percentuali, sono andati ben oltre le possibilità di compensazione fornite dalla riduzione di altri oneri e, per quanto ci riguarda, hanno addirittura finito per assorbire i vantaggi apportati dalla riduzione dei prezzi dell’energia ottenuta con la negoziazione contrattuale”.
“Il costo delle energie rinnovabili – ha proseguito Bonaiti – è diventato un fattore fuori controllo dei costi elettrici che, per le dimensioni assunte, diventa un elemento che condiziona addirittura la competitività delle aziende.
Non è possibile infatti trasferire al mercato i costi delle energie rinnovabili in un periodo di grave crisi economica ove il contenimento dei costi è diventato una questione di sopravvivenza. I margini di riduzione del costo elettrico che la liberalizzazione del sistema aveva reso possibile, si sono ormai esauriti e in questa fase le possibilità di contenimento dei prezzi dell’energia sono solo frutto dello sfavorevole ciclo economico e della ridotta domanda di energia stessa”.