Addio Provincia di Lecco: parola al presidente Nava

Tempo di lettura: 3 minuti

LECCO – Province si. Province no. Da anni si parla di una possibile soppressione dell’ente locale, intermediario tra Comuni e Regioni; sostenitori e contestatori di un provvedimento, che andasse verso la cancellazione di tale istituzione, si sono scontrati per lungo tempo, dentro e fuori le aule del Parlamento.

A tagliare la testa al toro, ci ha pensato il Governo di Mario Monti, che ha aggiunto questa misura nel decreto sulla “spending review”, prevedendo il dimezzamento del numero di Province entro la fine dell’anno in corso. Anche Lecco è nel mirino dei tecnici del Ministero, che nei prossimi giorni stabiliranno i criteri e le modalità per la riorganizzazione dell’ente su scala nazionale.

Riguardo a questa drastica ed inattesa novità, abbiamo interpellato il presidente della Provincia di Lecco, Daniele Nava:

“Non posso che dirmi stupefatto del modo in cui il Governo stia trattando una faccenda delicata come la revisione di spesa e il taglio delle Province: ogni giorno assistiamo ad una modifica, ad un cambio di rotta, risulta quindi difficile commentare concretamente un provvedimento che riformula costantemente i propri parametri.

Credo sia un atteggiamento poco serio, quello messo in campo dall’Esecutivo, come poco serio è il voler far passare per risparmio, il taglio delle Province. In realtà – spiega il presidente – è puro fumo negli occhi alla cittadinanza che, oltre a non regalare risparmi significativi, evita di colpire i veri sprechi del nostro Paese.

Sia chiaro – sottolinea Nava – sono convinto che ci possa essere spazio per un riordino, benché porti a benefici concreti. L’accorpamento annunciato non sarà in grado di fare grandi economie, perché, al di là del taglio del 10% di personale per l’intera Pubblica Amministrazione, i dipendenti dell’ente locale soppresso resteranno comunque in carico allo Stato, e dovranno trovare nuova collocazione in altri uffici pubblici.

Anche i problemi sul territorio resteranno tali, con la differenza che il passaggio di competenze alle Regioni potrebbe causare maggiori spese di gestione oppure, a parità di spese, un minor controllo.

Gravissima è la riduzione della Provincia ad ente di secondo livello, e la prossima costituzione di un soggetto il cui direttivo sarà eletto dai sindaci del territorio, in barba al suffragio universale; una scelta che causerà un’onerosa perdita di democrazia e darà ancor più potere ai partiti.

In ultimo – conclude – reputo improbabile un taglio dei costi dello Stato che coinvolga in questo modo le Province, e che non prenda in considerazione la soppressione di enti accessori come i Parchi e i Consorzi”.

Ma a giochi fatti, ovvero nella scelta obbligata tra l’accorpamento con i cugini comaschi o con la Provincia di Sondrio, quale opzione sceglierebbe il presidente Nava?

“Penso che tornare con la Provincia di Como non avrebbe molto senso ora; è molto più auspicabile l’aggregazione tra Sondrio, Lecco e i territori montani del comasco. Credo sia la scelta più intelligente”.