In via del Roccolo il primo cantiere per la posa dei tubi del teleriscaldamento
Il forno del Caleotto sarà la ‘stufa’ della città. I primi allacciamenti per la stagione termica 2023-24
LECCO – In una giornata decisamente fredda, con pioggia e la neve ad imbiancare le cime del Resegone sullo sfondo, sono partiti i lavori per la realizzazione del teleriscaldamento a Lecco: a distanza di qualche settimana dal primo cantiere stradale a Valmadrera, anche nel capoluogo sono iniziati gli interventi di posa delle tubature che in futuro poteranno l’acqua calda per scaldare le case dei lecchesi.
In via del Roccolo di Belledo è arrivato il primo ‘via’ ai lavori alla presenza del sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, dei referenti di aCinque e Silea (partner del progetto), dei sindaci Antonio Rusconi di Valmadrera e Flavio Polano di Malgrate i cui comuni come Lecco saranno interessati dalla rete di teleriscaldamento.
“E’ una data da segnare in calendario – ha commentato Gattinoni – oggi iniziano i lavori per dotare la città di un’infrastruttura che non è mai esistita. Come è stato per la rete elettrica, poi quella del gas, per la prima volta arriverà il teleriscaldamento. E’ un progetto che ha avuto una gestazione lunga ma si era detto che nel 2022 sarebbero iniziati i lavori e questo è già un risultato”.
Se Valmadrera e Malgrate saranno collegate al termovalorizzare, utilizzando l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti, il teleriscaldamento in città sfrutterà il calore prodotto dall’acciaieria Caleotto. Le due reti resteranno distinte fino al 2026, per essere congiunte tramite tubature che scorreranno al di sotto del Ponte Kennedy. A quel punto ci sarà un unico impianto alimentato da due grandi fornitori di calore.
“Recuperare il cascame termico dello stabilimento dell’Arlenico, già presente in città, è sicuramente un grande vantaggio che consente di limitare gli sprechi di energia – ha aggiunto il sindaco – la Caleotto è una realtà legata alla storia della nostra città e pensare che oggi, oltre a creare lavoro, sarà anche la stufa di Lecco è sicuramente importante. Un bel passo verso l’autonomia territoriale per un progetto che guarda al futuro”.
“Il sistema lecco oggi batte un altro colpo” ha commentato Maurizio Crippa, alla guida di aCinque Energy Greenway, la newco istituita per realizzare e gestire il teleriscaldamento, partecipata al 70% da aCinque Tecnologie (ex Varese Risorse) e al 30% da Silea.
“Dopo la galleria del Monte Barro, l’attraversamento e il nuovo ospedale, anche questo progetto è frutto della volontà di soggetti, con interessi trasversali che hanno accettato la sfida per il bene comune, grazie ad amministratori che hanno avuto una visione non miope ma rivolta al futuro – ha proseguito Crippa che rispetto agli inevitabili disagi alla viabilità dovuti alla presenza dei cantieri ha sottolineato – cercheremo di prestare grande attenzione alla situazione del traffico, informando i cittadini con largo anticipo attraverso ogni mezzo possibile”.
Il via ai lavori e la grande ‘stufa’ del Caleotto
Si parte da via del Roccolo dunque, con 130 metri di tubature “e ci sposteremo poi verso via Belfiore per arrivare al Caleotto – ha spiegato l’ing. Fabio Fidanza, project manager di Acinque Energy Greenway – l’intervento prevede la posa di due tubature uno che porta l’acqua calda e l’altro che ne consente il ritorno al centro di produzione del calore. Il sito del Caleotto ci permette un recupero termico di 10 gigawatt/ora a cui si affiancheranno anche impianti di cogenerazione che combineranno energia elettrica e calore in assetto di alto rendimento e centraline di backup per garantire sempre la continuità del servizio”.
In tutto 16 km di rete in città dove i primi allacciamenti sono stimati per la stagione termica 2023-2024: “Quella di Lecco è la sfida più grande – ha aggiunto Fidanza – la rete nasce aperta a qualsiasi contributo, per collettare ulteriore calore ovunque ci siano cascami termici e la possibilità di interagire con l’infrastruttura”.
Nella rete cittadina non sarà compreso l’ospedale, come si ipotizzava in anni passati, perché già dotato di cogeneratori che gli garantiscono autonomia termica. Al contrario “è possibile che sia l’ospedale in futuro a dare calore alla rete”.
Per l’azienda Caleotto, ex Lucchini dal 2015 parte del grande gruppo siderurgico Feralpi, “è l’occasione per rafforzare il legame sinergico con la città – ha spiegato Edoardo Zanardelli, CFO di Caleotto Spa – quando siamo arrivati a Lecco ci siamo accorti che c’è un’affezione incredibile da parte dei lecchesi a questo stabilimento. Questi progetto, che ci è stato presentato tre anni fa, si coniuga pienamente con l’attenzione e il senso di responsabilità che la nostra azienda si pone nei confronti della comunità locale”.
I lavori non implicheranno conseguenze all’attività produttiva dell’Arlenico che per almeno per i prossimi 35 anni dovrà fornire calore alla rete di teleriscaldamento. Dall’azienda rassicurano che gli importanti investimenti fatti sullo stabilimento di Lecco guardano ben oltre quella data.
“In ogni caso – ha riferito Giovanni Chighine, BU Leader Energia e Tecnologie Smart A.D. Acinque Tecnologie – tra 35 anni contiamo che la rete possa avvalersi di ulteriori punti di produzione di energia e che quindi il sistema non sarà vincolato ad un solo punto di produzione”.
Disagi? “E’ il tempo della responsabilità”
“Siamo qui a rappresentanza del fatto che, quando si prende insieme una decisione, la responsabilità è comune – ha detto il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi – da noi i lavori sono iniziati due mesi fa, c’è un po’ di disagio ma è inevitabile quando ci sono interventi necessari, così come li sta creando il raddoppio della rete idrica ad opera di Lario Reti. Questo però è il tempo della responsabilità. Altrove si sta guardando al carbone, la nostra è invece una risposta, che forse doveva arrivare prima, ma chiara”.
“Se volessimo fare una battuta, siamo stati degli oracoli a giudicare cosa sta accadendo oggi nel mondo – ha rimarcato Flavio Polano, sindaco di Malgrate – è un’opera che si incastra perfettamente con le dinamiche in corso ed è un progetto ‘green’ che sfrutta il recupero dei cascami termici. Le polemiche sull’inceneritore ci sono state e ci saranno ancora, l’importante ora è partire e mostrare alle persone i vantaggi che ci saranno”.
Riguardo all’inceneritore di Valmadrera e alla sua eventuale chiusura “non dipende dai comuni – è tornato a dire Rusconi – a chi spetterà, deciderà se e quando chiuderlo”. “Da qui al 2032 c’è tutto il tempo di fare i dovuti ragionamenti” ha aggiunto Polano.
Entrambi i sindaci hanno chiesto ai referenti di aCinque che il costo del teleriscaldamento ai cittadini sia più basso rispetto alle tariffe del mercato.