Ho letto in questi giorni i commenti legati alla votazione sulla Convenzione tra Comune di Lecco e Associazione scuole dell’infanzia. Tutti legittimi. Ma che sostanzialmente tralasciano il merito della distinzione sorta all’interno della maggioranza. E degli emendamenti da me presentati.
Anche alcuni commenti del Sindaco mi permetto di dire che non aiutano a capire. Per un eccesso di ecumenismo direi. Infatti, non è vero che la Convenzione è stata approvata all’unanimità. Il sottoscritto e il Consigliere Venturini dell’IdV si sono astenuti, dopo aver avuto contro il voto quasi unanime degli altri consiglieri di maggioranza e di opposizione sui propri emendamenti.
Astensione motivata dalla volontà di ridimensionare, nonostante tutto, la tensione in maggioranza, e dalla presa per buono del vaghissimo impegno a intervenire sulla parte della convenzione che riguarda chi proviene da fuori Lecco. Vaghissimo come l’impegno a suo tempo sostenuto dall’Assessore ( e del Sindaco) di voler ridimensionare del 5-10 % il contributo annuo alle scuole dell’infanzia paritarie, in ragione delle ristrettezze di Bilancio. Impegno poi del tutto evaporato.
Ma veniamo al merito.
Il Comune versa a queste scuole 1.350.000 euro. Non sono bruscolini! Ed è giusto, specie in tempo di ristrettezze economiche capire di che cosa si tratta. Sintetizzando sono due i problemi che abbiamo con più insistenza posto : il primo problema riguarda il fatto che nella precedente Convenzione e in questa i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia paritarie che provengono da altri Comuni, rientrano a pieno titolo in Convenzione. Cosa vuol dire questo: semplicemente che i Comuni da cui provengono-che noi consiglieri non conosciamo e di cui non sappiamo nulla- non pagano alcunché e non ci mettono un euro.
Può essere giusto o sbagliato. Chiedo a Lei di aprire eventualmente una discussione o un sondaggio tra i cittadini lecchesi. Personalmente potrei anche convenire sul mancato intervento di altri comuni. Epperò tale problema-per ragioni di equità- dovrebbe valere per tutti. Invece, nell’ordine del giorno che abbiamo approvato prima della Convenzione si è convenuto che il Comune di Malgrate dovesse pagare profumatamente per l’iscrizione di loro giovanissimi cittadini per frequentare i Nidi. Ed è quello che succede per tutti i casi analoghi. Convenzionamento come condizione dell’iscrizione e della frequenza. Sappiamo,poi, che chi frequenta le scuole statali, dell’ infanzia o elementari, provenendo da fuori Lecco paga per la mensa la retta massima possibile. Insomma, se non c’è Convenzione tra Comuni la famiglia paga subito.
Ma perchè mai il Comune del bambino fuori Lecco dovrebbe convenzionarsi quando per quelle famiglie c’è il capestro di pagare subito o di ritirare il bambino? perchè anche la dotazione a quei bimbi di adeguata “schiscietta” domestica è di fatto impedita dal vincolo (arbitrario) di non poter consumare a scuola? .E’ evidente che il Comune dal quale arrivano i bimbi non firmerà mai una Convenzione. Ci si sarebbe dovuto aspettare una cosa del genere anche nelle scuole dell’infanzia paritarie. E invece no, lì si può frequentare senza che intervenga Comune e famiglia. E sono circa 150.000 euro (sottostimati) che non entrano nelle casse del nostro Comune. Perché sono più del 15% – ma in aumento- i bambini che provengono da altri , per quanto a noi ignoti, Comuni.
Mancate entrate, pesanti, in un periodo in cui le entrate da IMU sono molto al di sotto degli equilibri di Bilancio.
Per cui sarebbe opportuno che in tempi di vacche magre anche gli altri Comuni intervenissero.
Ragionevolmente e realisticamente avevamo semplicemente proposto quindi che il contributo di 1.350.000 euro fosse decurtato, limitatamente alla quota corrispondente al numero di iscritti fuori Lecco, immaginando però una decurtazione complessiva da realizzare molto per gradi, per dare modo all’Associazione in primis, oppure al Comune di Lecco di provvedere nell’arco di 4 anni al coinvolgimento degli altri Comuni.
Il secondo elemento di distinzione che abbiamo voluto rimarcare è che la funzione di supplenza del Comune di Lecco venisse dichiarata secondaria rispetto all’impegno primario dello Stato. Detto altrimenti ci chiediamo perché il Comune di Lecco debba sostituirsi allo Stato con un 35% di contributi, quando lo stesso ne eroga appena il 14% e la Regione addirittura ancora meno: il 3%.
Eppure la competenza scolastica, di funzionamento e gestione delle scuole appartiene allo Stato, che dovrebbe pagarsela e lasciare quindi a disposizione del Comune soldi, che il Comune potrebbe impiegare più efficacemente in competenze che gli sono proprie come nel caso dei servizi domiciliari agli anziani o semplicemente nel ridurre le tasse locali.
Tutto qui. Semplice realismo e moderazione. Niente affatto ideologia, contro una Convenzione e le scuole paritarie.
Pur sapendo che non è affatto detto che riconoscere un sistema pubblico integrato voglia dire l’obbligo per lo Stato di finanziare la parte privata di quel sistema. Ma se non la finanzia lo Stato perché deve finanziarla il Comune?
Non sarebbe più opportuno allora aprire a carico dello Stato, con molta gradualità, nuove scuole pubbliche dell’infanzia ? Che oggi sono stipate inverosimilmente. Magari semplicemente razionalizzando/recuperando strutture già esistenti?. Come fanno in questi giorni a Milano?
Si tratterebbe insomma non di negare il privato paritario e la sua storia e tradizione, nel nostro territorio, ma semplicemente di avere una politica di coesistenza e di equilibrio. Per realizzare una vera integrazione, che è fatta di poli diversi ed almeno equivalenti. Per offrire una opportunità di scelta anche a quelle molte famiglie che non possono scegliere la libera scuola di stato. Semplicemente perchè quelle scuole sono poche. E sono piene”.
Alessandro Magni
Consigliere Comunale
Federazione della Sinistra (FdS) e Sinistra Ecologia e Libertà (SEL)