Emergenza carceri anche a Lecco: Codurelli visita Pescarenico

Tempo di lettura: 2 minuti

LECCO – Anche la casa circondariale di Lecco condivide le criticità di molte altre carceri italiane: sovraffollamento e percorsi di ricollocazione insufficienti per i detenuti. A denunciarlo è l’onorevole del Pd Lucia Codurelli, che nella mattinata di lunedì ha visitato la prigione di Pescarenico insieme al presidente del Consiglio Comunale, Alfredo Marelli:

“Purtroppo la situazione è peggiorata anche a Lecco, dove dai 60 detenuti si è passati agli attuali 82. Ciò comporta che celle adatte ad ospitare una sola persona vengono invece divise da due detenuti; spazi ristretti, che non permettono una vita degna”, spiega l’onorevole Codurelli.

Una popolazione carceraria composta per una metà di cittadini italiane e per l’altra da extra-comunitari, 30anni l’età media , 28 detenuti con problemi di tossicodipendenza. Reclusi, certo, ma soprattutto persone con una pena da scontare ed un futuro che, per la maggior parte di loro, li porterà ad oltrepassare le mura della prigione per tornare nella società:

“La cittadinanza spesso crede che la sicurezza nelle proprie città si risolva chiudendo i criminali nelle carceri. Se non seguiti con attività formative adeguate e senza che siano previsti percorsi di reinserimento, però, i detenuti rimessi in libertà rischiano di tornare a delinquere e di riaffollare nuovamente i reclusori – sottolinea Codurelli – In questo, Pescarenico evidenzia problemi maggiori rispetto ad altre carceri lombarde, anche perché destinato a ospitare reclusi condannati a pene brevi”.

“Sono gli stessi detenuti a dispiacersi – spiega ancora l’onorevole – vorrebbero lavorare, svolgere maggiore attività formativa e motoria, ma mancano mezzi economici e personale; inoltre, lo scorso inverno le aule erano rimaste al freddo a causa dell’impianto di riscaldamento non funzionante e gli insegnanti hanno dovuto sospendere le lezioni”.

Una soluzione a questo disagio, secondo la deputata democratica, potrebbe essere rappresentata del garante dei detenuti, una figura d’intermezzo tra i carcerati e il provveditorato; il problema principale però, il sovraffollamento, ha un’unica possibilità:

E’ necessaria una legge che istituisca alternative serie al carcere, che risolva questa criticità, non solo sociale ma anche economica, visto che attualmente un detenuto costa mediamente allo Stato 250 euro al giorno”.