Un’annata che si prospetta complicata al frantoio di Biosio e dettata dalla scarsa produzione di olive
“Si ipotizza un dimezzamento rispetto all’anno passato, già a metà novembre l’oleificio potrebbe chiudere”
BELLANO – Come ogni anno in questo periodo il frantoio di Biosio ha aperto i battenti ai produttori per conferire le olive raccolte e trasformarle in olio di qualità. Tuttavia la clientela della struttura è già consapevole che le prospettive per questa annata non sono delle migliori: a minacciarne il buon esito una serie di agenti esterni, su tutte la mosca olearia che ha infestato le coltivazioni, ma anche le condizioni climatiche che stanno rallentando le fasi di raccolta.
A dar conto di quello che sta accadendo e delle future proiezioni ci pensa Leonardo “Poppo” Enicanti, vicesindaco di Bellano e gestore del frantoio, ma anche produttore con la sua azienda agricola: “In generale ipotizziamo che ci sarà meno olio quest’anno, vista la scarsa produzione, anche se la tendenza varia da zona a zona. Molte coltivazioni sono state grandinate, parecchie olive sono cadute e non sono cresciute sulle parti alte delle piante. Problemi sin dall’inizio ci sono stati poi per via della mosca olearia e delle cimici. Alcune aziende sono riusciti a gestirle, quelle più attente e organizzate, riuscendo comunque a ottenere un ottimo prodotto, mentre i privati più piccoli che magari non dispongono di un patentino per effettuare trattamenti hanno accusato di più il colpo”.
A mettercisi anche il meteo che, con le piogge di questi giorni, sta rendendo difficoltosa la raccolta e la conseguente lavorazione delle olive: “Stiamo procedendo a rilento perché le condizioni metereologiche sono molto instabili – spiega Enicanti – prima esce il sole, poi comincia a piovere...Il problema è che per ottenere un prodotto di qualità le olive, dopo essere state raccolte, vanno lavorate il più velocemente possibile. Già aspettare due o tre giorni significa compromettere il risultato finale e non poter ottenere la certificazione DOP Olio dei Laghi Lombardi”.
Ed è proprio in base al periodo migliore per la raccolta che si definisce la data d’apertura dell’oleificio, quest’anno caduta mercoledì 18 ottobre, stabilita da un accordo tra Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera (primo ente a stanziare un contributo per dare impulso all’attività del frantoio) e associazioni di categoria. “Insieme cerchiamo di capire quale sia il momento giusto per aprire, in modo che coincida con quello ottimale per la raccolta, facendo un bilancio su tutto il territorio per capire quando le coltivazioni sono arrivate al giusto punto di maturazione – precisa il gestore del frantoio -. Per questo la data non è mai uguale ogni anno: a volte ci si rende conto che bisogna tardare o anticipare”.
Tornando all’annata 2023, le premesse lasciano immaginare una produzione ridotta di almeno la metà rispetto all’anno precedente. “Delle 13 aziende che vengono a conferire in frantoio, solo un paio hanno aumentato la produzione perché i loro uliveti sono in crescita”, precisa il vicesindaco e produttore.
Vista la scarsa produzione ipotizzata, fino a quando il frantoio resterà in funzione? “Finché ci saranno olive da lavorare – fa sapere Enicanti -. Da regolamento la chiusura sarebbe lunedì 10 dicembre, ma temo che già a metà novembre potremmo aver concluso per questa annata. Con queste condizioni metereologiche e la scarsa quantità di olive resta tutto molto incerto e difficile da prevedere”.