Lavoro: Confidustria e sindacati in aiuto dei lavoratori in mobilità

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LECCO – Ha preso il via lunedì 8 ottobre l’ “Intervento straordinario per la formazione dei lavoratori posti in mobilità provenienti da aziende aderenti a Fondimpresa, finalizzata alla loro occupabilità” dedicato alla figura del “manutentore meccanico polivalente”, messo in campo dalla Commissione Paritetica Provinciale per la Formazione composta da Confindustria Lecco e dalle sedi provinciali di CGIL, CISL e UIL.

Il progetto, che vede nuovamente la collaborazione fattiva delle parti sociali per un intervento comune a favore delle risorse umane del territorio colpite dalla crisi, si colloca in continuità con l’analoga esperienza promossa dal Distretto Tessile Lecchese nei mesi scorsi, che ha registrato risultati positivi dal punto di vista occupazionale per le lavoratrici coinvolte.

L’iniziativa ha inoltre ottenuto il finanziamento di Fondimpresa e vede il coinvolgimento dalla sede lecchese di ECOLE – Enti Confindustriali Lombardi per l’Education per quanto riguarda l’erogazione delle ore di corso e la gestione delle attività previste.

Infatti, l’opportunità offerta dall’Avviso 2/2010 di Fondimpresa per la formazione di lavoratori interessati da percorsi di mobilità è stato individuato quale occasione per l’elaborazione di un piano formativo che coniugasse le esigenze di un numero selezionato di lavoratori posti in mobilità, cui fornire le competenze e gli strumenti necessari per un nuovo inserimento nel mondo del lavoro, e la richiesta delle aziende, principalmente del settore metalmeccanico, di alcune figure professionali specializzate di difficile reperimento.

In un contesto nazionale che vede crescere il problema dell’occupazione, e in uno territoriale dove si vede che il manifatturiero ha saputo far fronte ai colpi della crisi pur non essendone immune, dalle indagini annuali sui fabbisogni professionali del territorio lecchese emerge costantemente che a fronte di un fabbisogno di diplomati tecnici di circa 800/900 unità a seconda degli anni, l’immediata disponibilità è intorno a meno della metà. Da indagini provinciali risulta inoltre che i diplomati tecnici industriali che non proseguono gli studi dopo il diploma riescono a collocarsi nel mercato del lavoro mediamente dopo 5 mesi.

È a partire da queste considerazioni che le parti sociali hanno quindi effettuato un’indagine quantitativa e qualitativa per individuare i profili professionali più richiesti e per declinare gli stessi per competenze.

Una indagine che ha consentito di individuare nella figura professionale del “manutentore meccanico polivalente” uno dei profili maggiormente rispondenti al fabbisogno delle imprese del territorio e, quindi, con maggiori probabilità di garantire nuovi sbocchi occupazionali a lavoratori oggi in mobilità.

Poiché l’iniziativa si rivolge ad un’utenza in difficoltà occupazionale con una esperienza pregressa in ruoli tecnici, infatti, il traguardo di formare la figura professionale del “manutentore meccanico polivalente”, in possesso di competenze che le aziende del territorio richiedono, può consentire una spendibilità professionale a molteplici livelli.

Il progetto formativo, che ha raccolto l’iscrizione di 10 partecipanti, è strutturato in un percorso di 400 ore complessive che prevedono formazione teorica, tecnico pratica e formazione in affiancamento da effettuarsi presso le imprese del territorio.

A seguito di un colloquio iniziale volto ad individuare nello specifico le competenze in ingresso dei partecipanti è stato strutturato un percorso formativo sulle specifiche tematiche del profilo del “manutentore meccanico polivalente”, quali ad esempio oleodinamica e pneumatica, disegno meccanico, tecnologia, metrologia manutenzione.

Inoltre, i partecipanti saranno supportati grazie all’intervento di esperti nella attività di self marketing finalizzata alla ricerca attiva di una nuova occupazione.

Al termine del progetto formativo tutti i partecipanti dovranno sostenere una prova d’esame che consentirà loro di ottenere la certificazione delle competenze, attraverso gli strumenti e le procedure previste dal Quadro Regionale degli Standard Professionali della Regione Lombardia.