Merate ricorda il capitano Gino Prinetti: “Simbolo della nostra Resistenza collettiva”

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Ernesto Passoni, Mattia Salvioni e Angelo De Battista

La cerimonia si è tenuta ieri, venerdì, a 80 anni dall’uccisione del capitano Gino Prinetti

“Il suo nome è scolpito non solo nella storia di Merate, ma anche nei cuori di chi crede nei valori della libertà, della giustizia e della dignità umana”

MERATE – La città di Merate ha ricordato ieri, venerdì, a 80 anni dalla brutale uccisione in Valsesia il capitano Gino Prinetti, partigiano, medaglia d’oro al valore militare.

Il capitano Gino Prinetti

“Oggi ci troviamo a ricordare un uomo il cui nome è scolpito non solo nella storia di Merate, ma anche nei cuori di chi crede nei valori della libertà, della giustizia e della dignità umana” le parole con cui il sindaco Mattia Salvioni ha introdotto la commemorazione, che si è tenuta all’ingresso di Villa Subaglio, a suo tempo di proprietà della famiglia Prinetti.

Qui Giannatonio Prinetti Castelletti, milanese di nascita e meratese d’adozione, trascorse lunghi e felici periodi con la famiglia e qui è posizionata una targa che recita: “Qui visse in serena letizia gli anni dell’adolescenza il Capitano Gino Prinetti Castelletti, medaglia d’oro al valore militare, caduto in generoso ardimento alla testa dei suoi uomini per la libertà della patria. Il suo nome ricordi il sacrificio e la gloria dei soldati d’Italia”.

Tratteggiando il profilo di Prinetti, Salvioni ha evidenziato come, nonostante siano passati 80 anni dalla sua morte, “il suo sacrificio, la sua lotta e il suo esempio sono vivi e vibranti più che mai. Gino Prinetti scelse di opporsi alla tirannia e all’oppressione in un’epoca segnata dal buio della dittatura e della guerra. Ebbe il coraggio di resistere, di dire no fino all’ultimo a un sistema che calpestava i diritti fondamentali dell’essere umano. Oggi più che mai il suo esempio deve farci ricordare tutto questo. Prinetti è un simbolo della nostra resistenza collettiva, della nostra capacità di lottare per ciò che è giusto, anche di fronte alle avversità più terribili. Il suo esempio deve continuare a ispirarci, soprattutto in un mondo che spesso sembra dimenticare le lezioni del passato”.

Al suo fianco i rappresentanti dell’Anpi, i rappresentanti dell’Arma e quelli del comando dei Vigili del Fuoco di via degli Alpini, gli alpini e i volontari dell’associazione nazionale carabinieri e tanti cittadini che, sfidando il grande caldo, hanno voluto essere presenti alla cerimonia.

La parola è poi passata a Tino Passoni, presidente della sezione meratese dell’Anpi, che ha voluto leggere un contributo di Laura Corti, appassionata di storia, preparato in occasione dello scorso 25 aprile, in cui sono state ripercorse le ultime vicende della vita di Prinetti con particolar riferimento a quando, venne ucciso in Valsesia durante un rastrellamento nazista insieme ad altri tre partigiani Arturo Biella, Luigi Zanetti e Giovanni Avogadro.

Passoni ha poi letto i nomi di altri eroi locali caduti durante la guerra, come Michele Meregalli di Usmate, Umberto Mandelli di Sartirana, Ernesto Panzeri di Mondonico, Alberto Consonni (ucciso a Merate nel 1922), Giuseppe Giunti e Antonio Giuseppe Colombo di Brugarolo. Ha poi voluto rimarcare come la medaglia d’oro al valor militare conferita a Prinetti sia stata l’unica nella provincia di Lecco, rivolgendo un appello all’amministrazione comunale a sistemare la via che porta il nome del valoroso capitano meratese.

La cerimonia si è conclusa con l’inno nazionale intonato dallo stesso Salvioni e cantato poi da tutti i presenti.