Ieri pomeriggio, domenica, la messa di ingresso del nuovo prevosto don Mauro Malighetti
Corteo da piazza Eroi fino alla chiesa parrocchiale, poi la messa e dopo la festa in oratorio
MERATE – “Con semplicità inizio il ministero di parroco in questa città che sto conoscendo nei suoi abitanti, gruppi, associazioni, tesori e nel reticolo delle sue vie. Come il ragazzino della storiella africana che vi ho appena raccontato, tutti siamo chiamati a donare noi stessi totalmente al Signore”. Con queste parole don Mauro Malighetti, nuovo prevosto della parrocchia di Sant’Ambrogio, si è rivolto ieri pomeriggio, domenica, alle tante persone che hanno gremito le chiesa parrocchiale per la messa ufficiale di ingresso del sacerdote nella comunità.
I festeggiamenti sono partiti dalla centralissima piazza Eroi, di fronte al Comune, da dove il corteo, accompagnato dalla banda sociale meratese e con in testa don Mauro Malighetti, i sacerdoti delle comunità di Merate, il sindaco e molti volti dell’amministrazione comunale, i rappresentanti delle forze dell’ordine, gli alpini e semplici cittadini, si è poi mosso per raggiungere la chiesa parrocchiale, agghindata a festa.
Sul sagrato il sindaco Mattia Salvioni ha voluto rivolgere al nuovo prevosto delle parole di benvenuto ribandendo come “oggi più che mai, tutte le realtà del territorio sono chiamate a camminare insieme, condividendo valori e risorse, per costruire una comunità che non lascia indietro nessuno”.
Un concetto poi ribadito durante la messa, presieduta dal vicario episcopale don Gianni Cesena, chiamato a celebrare il rito della presa di possesso del nuovo prevosto, a cui sono stati consegnati un lezionario, gli oli santi e la ferula. “Succede spesso che all’arrivo di un nuovo parroco le persone mi chiedano come sia il sacerdote. Qui è accaduto che don Mauro mi chiedesse com’è la gente di Merate e io ho parlato estremamente bene di voi quindi ora l’impegno è reciproco” ha detto con tono fraterno don Gianni, rimarcando il valore profondo del legame con la comunità.
Durante l’omelia, Don Mauro ha ringraziato tutti per la calorosa accoglienza, rivolgendo il saluto anche ai parrocchiani giunti a Merate dalle parrocchie, Luino, Milano, Primaluna e infine Besana, dove in precedenza ha svolto il servizio sacerdotale.
“Aiutatemi a essere un parroco vicino alla gente perché ascoltandola possa fare scelte di comunione e non di comodo” ha detto, ponendo l’accento poi sulle letture lette. “Oggi più che mai è necessario generare vita e dare speranza al futuro stesso carico di preoccupazioni. Il mondo sempre più tecnologico è un’insidia che porta a chiuderci alle relazioni fraterne illudendoci che l’intelligenza artificiale possa eliminare ogni fatica. Solo la relazione con l’altro dà pienezza e ci permette di comprendere che ognuno è un capolavoro” ha aggiunto, sottolineando l’importanza di sostenere il volontariato e chi si mette in gioco con passione per il bene degli altri, senza gettare facilmente la spugna.
“Impariamo a sognare: la fiducia è il rimedio all’epidemia della paura” l’invito lanciato ai nuovi parrocchiani, a cui don Mauro ha poi voluto consegnare tre perle, che possono essere viste anche come i fari del suo mandato sacerdotale a Merate: l’attenzione alla famiglia, “soggetto fondamentale di ogni proposta pastorale, a cui bisogna fornire un sostengo efficace affinché non perda di valore”; la responsabilità nell’educare, “un’arte che richiede fatica per tirare fuori il meglio che i giovani custodiscono” e la cura della liturgia, vista come incontro privilegiato con Dio.
E’ toccato poi a don Davide Serra, coadiutore dell’oratorio, donare al don Mauro una piccola raccolta di fondi per sostenere i sacerdoti del Venezuela che operano in un contesto difficile mentre il sindaco Salvioni ha fatto sapere che l’amministrazione comunale ha voluto donare una pianta, un melo, augurandosi che la collaborazione tra Comune e parrocchia possa crescere rigogliosa e dare buoni frutti.
Al termine della messa, si è svolto il corteo fino all’oratorio dove la festa si è conclusa in un clima di collaborazione e allegria.
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