Casa di riposo presidiata, lavoratori “oppressi e umilati”

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CALOLZIO – “Intimoriti, oppressi e umiliati”: parole dure quelle usate dai dipendenti della casa di riposo Madonna della Fiducia che martedì hanno voluto rompere gli indugi, manifestando il proprio disagio di fronte alla pensione calolziese.

“Siamo stanchi di questi continui richiami di queste oppressioni, che non ci permettono di svolgere il nostro lavoro in serenità – ha spiegato Sabrina Bonacina, dipendente e rappresentate Rsu – si tratta di richiami futili, per motivi che anche noi oramai non riusciamo nemmeno più ad immaginarci perché le regole cambiano costantemente, tutto è dettato alla giornata”.

“Regna confusione e paura – ha proseguito – perché, nel momento in cui un lavoratore viene sospeso, è grande la preoccupazione di perdere il proprio posto e al giorno d’oggi, sopratutto per noi donne, non è facile trovare una nuova occupazione”.

Così i dipendenti della struttura, che fa capo alla parrocchia di Calolziocorte e all’arciprete don Leone Maestroni, hanno deciso di far sentire la propria voce presidiando i cancelli della pensione tra le 11.30 e le 15, a cavallo tra i due turni lavorativi, appoggiati da FP Cgil e FISASCAT Cisl.

“Abbiamo scelto questa soluzione per garantire il servizio evitare disagi agli ospiti della struttura. Siamo per la collaborazione e per il dialogo – ha rivelato Sabrina Bonacina – accettiamo qualsiasi cosa ed anche le ammonizioni se esiste un vero sbaglio, ma c’è un limite a tutto e quando non ti senti più serena non riesci nemmeno più lavorare serenamente per l’ospite, che è la vera vittima di questa situazione. Chiediamo rispetto come lavoratori e come persone. ”