Aerosol. Potere al Popolo: “Ora basta, intervengano Procura e Finanza”

Tempo di lettura: 3 minuti

 

VALMADRERA – “Riteniamo che, in assenza di precise garanzie da parte dei “consulenti” della società sulla vera proprietà, ci siano ormai tutti gli elementi per chiedere l’intervento della Procura della Repubblica e della guardia di finanza per fare chiarezza su questi ‘passaggi di proprietà’ che alzano una serie di sospetti sulla reale situazione economica nella quale l’azienda Aerosol è stata ‘svuotata’ in questi ultimi anni”.

E’ Potere al Popolo, partito di sinistra, ad intervenire sul caso Aerosol e chiede che siano le autorità ad occuparsi della vicenda. Martedì mattina, nell’ultimo giorno del nuovo sciopero, i lavoratori si sono ritrovati in assemblea e si attende di conoscere se saranno prese altre iniziative sindacali dopo il vertice in Prefettura della scorsa settimana al quale la proprietà ha fatto mancare la propria partecipazione.

“Tutto è iniziato con la ‘scoperta’ che i 14 soci della famiglia Fiocchi di Aerosol Service Italiana avevano venduto, in data 11 novembre 2016, le proprie azioni per ‘un euro’ a Seconda Investimenti S.R.L con sede in Milano, Società a “socio unico”, dott. Giovanni Bartoli – ricordano da Potere al Popolo – Dall’11 Luglio 2017 i lavoratori hanno smesso di ricevere la retribuzione pur continuando a lavorare. Da quel momento inizia “la ricerca” del vero titolare dell’azienda. Ci chiediamo: qual è il vero motivo della vendita delle azioni per “un euro”? A tutt’oggi la vera identità della proprietà continua a rimanere “sconosciuta” e i lavoratori sono senza stipendio da mesi”.

“Sta di fatto – prosegue la nota diffusa alla stampa – che i consulenti del ‘fantasma che possiede l’azienda’, hanno dichiarato che l’aumento di capitale ci sarà solo se si troverà un accordo con un altro partner per un piano industriale. Questa vicenda mette ormai in evidenza la disinvoltura con la quale a Lecco ‘Lor Signori’ gestiscono le proprie aziende senza nessuna considerazione per la vita e la dignità di 114 lavoratori che vengono lasciati alla mercè di studi legali senza vera rappresentanza e di finanziarie che sono ‘scatole vuote’ con sedi a Milano e in Lussemburgo”.

Chiediamo che le istituzioni locali finalmente si muovano e intervengano sulla proprietà e su Confindustria per sbloccare l’erogazione degli stipendi arretrati ai lavoratori che oggi sono arrivati allo stremo. Chiediamo che non si lascino soli i lavoratori e le loro famiglie: che i comuni e il sistema di welfare esentino da tasse e tariffe le famiglie dei lavoratori, si attivino per contrattare la sospensione dei mutui con le banche e soprattutto si costituisca un fondo per il sostegno alle famiglie dei lavoratori che si trovino in difficoltà per licenziamenti o chiusure di aziende, utilizzando ad esempio, le cospicue risorse che le aziende di servizi pubblici e la fondazione di comunità del lecchese destinano ogni anno a comuni e terzo settore. Ci parrebbe quello che proponiamo un utilizzo molto più giusto. Alcuni politici locali da qualche tempo parlano tanto di “comunità”: è ora che si muovano per far seguire i fatti alle chiacchiere”.