Battaglia sull’acqua:
il Comitato protesta contro i sindaci

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LECCO – “Si scrive acqua, si legge democrazia” e il Comitato Lecchese per l’acqua pubblica lo ha ribadito ancora una volta con i propri striscioni e con la propria presenza rivolgendosi i sindaci dei Comuni lecchesi che lunedì sera si sono recati in sala Don Ticozzi per la conferenza dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), impegnato da tempo nella scelta del nuovo gestore del servizio idrico in provincia, ovvero quale società (pubblica) dovrà erogare l’acqua a tutti i lecchesi.

Una scelta delicata per il futuro di questo servizio e che ha dato spazio ad accese discussioni tra i primi cittadini del territorio, con il comitato che fin dal referendum del 2011 segue la vicenda con molta attenzione, per evitare che il servizio idrico possa cadere nelle mani di aziende private. Inoltre il comitato aveva lanciato una propria proposta per la creazione di un’azienda consortile con l’obiettivo di garantire maggiore controllo e trasparenza nella gestione dell’acqua; proposta però bocciata dai sindaci.

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L’indirizzo dato dai primi cittadini e approvato in via provvisoria dalla Provincia è quello invece di conferire questo servizio a Idroservice, società parte della holding pubblica di Lario Reti. Un percorso, quello scelto dai primi cittadini, non semplice perché per procedere con il cosiddetto conferimento “in house”, Idroservice dovrebbe slegarsi da Lario Reti Holding, attuare un’integrazione operativa con il “vecchio” gestore, ovvero Idrolario, e trasformarsi una società di “primo livello”, cioè controllata direttamente dai Comuni (attualmente Idroservice è invece sotto il controllo della holding e quindi solo indirettamente dai sindaci).

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La stessa Provincia di Lecco, in uno degli ultimi atti sotto la guida di centrodestra, aveva imposto questo percorso da compiersi entro fine anno e con l’assegnazione definitiva del servizio a questa società (per la durata di 20 anni) solo al raggiungimento di questi obiettivi. Che ciò avvenga entro fine 2014 è impensabile, come ha riferito lunedì sera ai sindaci la dott.sa Cretti perché mancherebbero praticamente ancora tutti i requisiti: qualcosa si è fatto solo dal punto di vista dell’integrazione con Idrolario ma limitatamente al personale e di condivisione dell’area di ingegneria.

“Non è solo un indirizzo della Provincia, è la legge che impone l’affidamento in house a società di primo livello – spiega Tiziana Rinaldi, coordinatrice del comitato – Con Idroservice si allontana il controllo dei cittadini, sarà un amministratore unico a gestirla e il rischio di privatizzazione dell’acqua resta”. D’altronde anche la Corte dei Conti si sta interessando al caso lecchese.

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L’alternativa è quella presentata dal sindaco di Merate, Andrea Massironi, che ha proposto la fusione tra le due società, con Idroservice che si dovrà comunque trasformare in società di primo livello e incorporare Idrolario, compensando i debiti di quest’ultima con i suoi crediti; una terza fase prevede la separazione dei beni del demanio accidentale (acquedotti, acquedotti, le fognature, fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture idriche di proprietà pubblica) dalle altre attività e passività della nuova società.

L’ipotesi piace al comitato ma trova dovrà convincere anche i borgomastri dell’area lecchese, capeggiati dal sindaco Virginio Brivio, sostenitori dell’attuale percorso di affidamento ad Idroservice. Una voce dissonante nel PD è però quella della consigliera comunale di Lecco, Viviana Parini, che ha appoggiato la battaglia del comitato:

“Il Partito Democratico su questo tema è spaccato – ha denunciato Parisi – Lo si è visto anche sul referendum rispetto al quale non aveva una posizione univoca, poi quando hanno visto che c’era tanta gente che firmava perché era una scelta politica da fare. Però vedo ancora che all’interno del PD questa sensibilità non c’è anche se tutti dicono di volere l’acqua pubblica”.