Ciclopista Lecco- Abbadia. “Si farà una nuova gara”

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SS36 Inizio lavori ciclopista

LECCO – Sul fronte delle opere pubbliche nel lecchese c’è poco da essere ottimisti: la nuova Lecco-Bergamo rischia uno stop dopo il coinvolgimento in un’indagine dell’antimafia della holding di cui è parte una delle aziende in subappalto al cantiere, e la ciclopista tra Lecco e Abbadia, che ha alle spalle già ritardi e lavori a singhiozzo, resta un sogno.

 

A gravare sull’opera viabilistica è ora il sequestro del 75% del fondo consortile del Consorzio stabile Aedars di Roma, al quale sono stati affidati i lavori per la ciclopista lecchese, a seguito dell’arresto per bancarotta fraudolenta, estorsione ed intestazione fittizia di beni dell’imprenditore Pietro Tindaro Mollica, ritenuto l’amministratore “di fatto” del consorzio.

L’arresto è avvenuto a pochi giorni dall’udienza del Tar del Lazio che avrebbe dovuto sbloccare il cantiere lecchese dove i lavori erano stati sospesi a causa dell’interdizione prefettizia emessa nei confronti della società. Il consorzio aveva già vinto ricorsi contro il provvedimento sbloccando altri cantieri di cui aveva vinto l’appalto e ci si aspettava la stessa sorte anche per la ciclopista lecchese.

“Eravamo pronti a brindare e siamo rimasti con la bottiglia in mano – ha commentato il consigliere provinciale Rocco Cardamone – quanto avvenuto rappresenta invece una pietra tombale nei rapporti con questa società”.

L’ingegner Angelo Valsecchi, dirigente di Villa Locatelli, avrebbe già avanzato la richiesta di un incontro con Anas per confrontarsi sulla situazione e chiedere chiarimenti.

Rocco Cardamone
Rocco Cardamone

Affidare l’opera ad altre imprese che a suo tempo avevano partecipato alla gara sarebbe cosa difficile: “Sono poche quelle rimaste in attività – ha sottolineato Cardamone – molte sono state decimate dalle vicende economiche e a livello burocratico ci troveremmo di fronte ad un groviglio complicato da sbrogliare”.

Per la Provincia, la scelta ideale sarebbe quella di una nuova gara: “E’ meglio azzerare tutto – ha spiegato il consigliere provinciale – ricontabilizzare e riappaltare. Oltretutto alcuni prezzi, come quello dell’acciaio, sono diminuiti rispetto al passato e potremmo quindi avere dei costi inferiori. Non escludo anche la possibilità di affiancare nostro personale a quello dell’Anas per rimettere in sesto l’opera e metterla nuovamente in gara”.

In consiglio provinciale è stato il leghista Stefano Simonetti, ex assessore ai Lavori Pubblici, a sollevare la questione, spingendo affinché avvenga un nuovo incontro con Anas con il coinvolgimento anche dei sindaci dei Comuni interessati dall’opera. Entrambi gli inviti sono stati condivisi dal presidente Flavio Polano.