LECCO – 170 anni dal conferimento di titolo di città: l’importante ricorrenza per Lecco si è celebrata oggi, venerdì 22 giugno, presso Villa Manzoni, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose cittadine.
Era il 22 giugno 1848 quando il Governo provvisorio della Lombardia emise il decreto che promosse Lecco da borgo a città: le motivazioni non riguardano solo la particolare vivacità dell’allora Borgo, centro di produzione manifatturiera, culla di memoria storiche e letterarie, ma anche l’impegno e il fervore con i quali i suoi abitanti si spesero per la causa nazionale. Lo ha sottolineato il sindaco Virginio Brivio, che ha introdotto la conferenza convocata presso Villa Manzoni venerdì mattina.
“Possiamo essere orgogliosi di questo fatto – ha dichiarato il sindaco – 170 anni fa Lecco venne elevata a Città anche per aver supportato la causa nazionale, alle porte dell’Unità d’Italia. Quella di oggi è una data storica e ci impone una riflessione sull’attuale geografia e sull’evoluzione degli assetti urbani che mutano con profonde metamorfosi”.
Il sindaco ha poi ricordato come Lecco sia diventato uno degli ultimi capoluoghi di Provincia lombardi: “Per quasi un secolo e mezzo siamo stati uno dei 247 comuni allora appartenenti alla Provincia di Como, poi siamo diventati riferimento dei comuni di quello che fu il comprensorio lecchese. Proprio questo ruolo – ha detto Brivio – sarà una delle sfide dei prossimi anni”.
E’ stato quindi Mauro Rossetto, referente scientifico del Museo Storico di Lecco, a tracciare il contesto storico nel quale Lecco divenne Città. “Con lo scoppiare delle Cinque Giornate di Milano il Governo Provvisorio della Lombardia costituì i Comitati di Sicurezza in ogni provincia ma Lecco non volle aderire al Comitato di Como, rimarcando la sua autonomia e chiedendo il riconoscimento di città. Ai tempi il potere era articolato sulle città, che godevano di importanti privilegi giuridici e fiscali. Il borgo fu punito dagli austriaci per l’appoggio fornito a Napoleone, suddividendo il Comune in più unità amministrative, i cosiddetti rioni. Bisognerà attendere il 19 maggio 1848 per l’indizione del Plebiscito per l’unione al Regno di Sardegna, anche a Lecco la maggioranza è favorevole all’annessione. Il 22 giugno dello stesso anno Lecco viene elevata dal Governo Provvisorio della Lombardia da borgo a città”.
Rossetto ha ricordato le caratteristiche riassunte nel Decreto: l’antica specializzazione manifatturiera nel settore metallurgico, la funzione di cerniera militare e commerciale tra la Padania milanese e l’Europa centrale, la nuovissima identità di luogo letterario grazie al capolavoro di Alessandro Manzoni, i Promessi Sposi, pubblicato nel 1827.
Alla conferenza erano presenti anche il professore Luciano M.Fasano, Docente dell’Università degli Studi di Milano, l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simona e Mario Romano Negri, Commissione Arte e Cultura Fondazione Cariplo e Presidente Treccani Cultura.
“Città – ha concluso il sindaco – significa certamente anche sfide di ampio respiro, rapporto con la metropoli, altre città medie a nord della Lombardia. Ma guardandoci indietro possiamo dire con orgoglio che Lecco è oggi una città all’altezza delle tradizioni, della sua storia imprenditoriale e operaia, della sua testimonianza antifascista e soprattutto di quel valore perenne che ci permette anche oggi di definire Lecco una comunità: la solidarietà”.