

LECCO – La serranda rialzata, i baristi al lavoro, i clienti ad affollarne l’ingresso: al Caffé Cermenati il tempo sembra essere tornato indietro di tre settimane, prima della clamorosa notizia della sua chiusura imposta dal Comune di Lecco in seguito all’informazione interdittiva antimafia inviata dalla Prefettura.
Il fatto, che ha coinvolto uno dei locali più noti del centro, aveva stupito molti lecchesi e allo stesso modo in tanti si sono meravigliati, passeggiando venerdì sera in Piazza Cermenati, di vedere riaperto il locale. La stessa sera, una pattuglia della Polizia Locale ha raggiunto il bar per effettuare controlli.

“Con la stagione estiva entrata nel vivo, abbiamo voluto riaprire in tempi brevi, per non perdere soldi e clienti”. A parlare, contattato telefonicamente, è Marco Padovani, malgratese, attuale gestore del locale. Lo stesso Padovani, nei primi mesi dell’anno, era stato nominato amministratore unico della società Laureande Srl, interessata dal provvedimento interdittivo antimafia.
“L’accordo con questa società, che gestiva precedentemente il Caffè, era quella di traghettare il locale verso questa nuova gestione. A fine gennaio avevamo stabilito un percorso a step che, a causa di quanto successo, è inevitabilmente saltato. Ho aperto una ditta individuale a mio nome per poter riaprire il Cermenati” ci spiega Padovani.
“Lo faccio di mestiere – prosegue – avvio start up di locali, ho fatto lo stesso con il ristorante sushi di via Nava, di cui poi ho ceduto la gestione. Qui ho un contratto di due anni più altri due, con la possibilità in futuro di acquistare il locale”.
L’attuale gestore dice di essere amareggiato dal trambusto provocato in seguito alla chiusura del Caffè per rischio di infiltrazione mafiosa: “Mi sono risentito, soprattutto dal punto di vista professionale, nell’essere accomunato ad un mondo che non mi appartiene. E’ il mio lavoro e non ho legami familiari o di altro tipo con persone legate alla malavita”.
Rispetto alla visita in serata della Polizia Locale ci spiega: “Semplici controlli. Ero già d’accordo con il comando che avrei avvisato nel momento della riapertura. Hanno verificato che tutto fosse in regola, così era e non hanno elevato alcun tipo di multa”.

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