Epatite E: iniziativa dei giovani artigiani per aiutare la ricerca

Tempo di lettura: 2 minuti
giovani_trasfusione
i medici della Medicina trasfusionale con i ragazzi del Liceo Artistico e la vicepresidente dei Giovani di Confartigianato Lecco.

 

LECCO – Il Gruppo Giovani di Confartigianato Imprese Lecco promuove anche quest’anno l’iniziativa benefica dei biglietti di Natale. Il ricavato della vendita dei cartoncini augurali sarà destinato al dipartimento di Medicina trasfusionale dell’Ospedale Manzoni per un progetto di ricerca sull’epatite E.

Il design del biglietto è stato concepito dagli allievi del Liceo Artistico “Medardo Rosso”, coordinati dal professor Mario Carzaniga.

Per comprendere meglio la natura del progetto, un gruppo di ragazzi dell’Artistico, assieme alla vicepresidente del Gruppo giovani Valeria Galli, ha visitato il reparto ospedaliero incontrando il primario dottor Daniele Prati, le dottoresse Barbara Foglieni, Marta Spreafico, Livia Raffaele e il dottor Fabio Montanelli.

giovani_trasfusione2Nel percorso alla scoperta dei laboratori del centro trasfusionale, i medici hanno spiegato come nel corso degli anni siano stati fatti enormi progressi nella scoperta di agenti patogeni, ad esempio quelli dell’immunodeficienza (HIV), dell’epatite B e C. Oggi il livello di sicurezza del sangue trasfuso è molto elevato e la trasmissione di infezioni è diventata rara.

Tuttavia il pieno controllo delle malattie infettive non è stato ancora raggiunto, specie per quelle emergenti come il virus dell’epatite E, causa di epatite acuta. Si tratta di un’infezione endemica in molti Paesi in via di sviluppo, e da qualche tempo si sta presentando come malattia emergente nei Paesi industrializzati. In ltalia si stima che la prevalenza dei soggetti con questa infezione sia del 3%: il rischio di trasmissione attraverso le trasfusioni di sangue è basso, ma può risultare pericoloso nei pazienti immunodepressi.

L’obiettivo del progetto a cui contribuiranno i giovani di Confartigianato Lecco è valutare la diffusione dell’infezione da epatite E nei donatori della nostra zona, in modo da determinare il rischio di trasmissione e la sicurezza del sangue trasfuso. Attraverso l’incrocio di questi dati con quelli disponibili a livello europeo sarà possibile condurre studi di ricerca biologica e epidemiologica che permetteranno l’identificazione degli agenti infettivi e lo studio di nuovi sistemi diagnostici in grado di individuarli rapidamente.