FP Cgil: “I dipendenti provinciali tra esuberi e mobilità”

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Marco Paleari - FP Cgil

provincia - villa locatelli ingresso

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo: 

“Da giorni circola un emendamento al ddl stabilità 2015, che il Governo dovrebbe presentare al Senato, che prevede di collocare in soprannumero circa il 50% del personale di ruolo delle Province e circa il 30% di quello delle Città Metropolitane, esistente alla data del 8 aprile 2014.

Con questo emendamento la metà dei dipendenti della Provincia saranno costretti a muoversi in poco tempo su un crinale che delimita due versanti: da un lato potranno percorrere un declivio che, seppur scosceso, li conduce alla conclusione della loro attività lavorativa, ma dall’altro li conduce
su un abisso.

Marco Paleari
Marco Paleari

Quanti prenderanno la prima via e quanti la seconda al momento non è dato saperlo, lo dirà il tempo. L’emendamento prevede che i dipendenti provinciali che non saranno addetti alle funzioni fondamentali siano spostati non necessariamente verso gli enti destinatari delle funzioni sottratte alle Province, con buona pace di professionalità e competenze, ma dichiarate direttamente in esubero, con le conseguenze che questo comporta.

Infatti, solo in parte saranno assorbiti in altri enti o in amministrazioni periferiche dello Stato. Si, solo in parte, perché gli enti e le amministrazioni destinatarie dovranno osservare dei limiti nell’assorbimento del personale provinciale in esubero e, dunque, alla fine del processo coloro che non saranno ricollocati e coloro che non avranno i requisiti pre Fornero per il pensionamento entro il 2018, precipiteranno lungo la seconda via, dovendo subire la riduzione dello stipendio per l modifica del contratto di lavoro da tempo pieno a part time, mentre gli ultimi tra i disgraziati saranno licenziati.

In queste ultime settimane si è intensificata la pubblicazione di notizie che indicano in alcune decine di migliaia le persone interessate. I dati, per quanto approssimativi, non sono lontani dalla verità, soprattutto alla luce dell’emendamento descritto: circa 25.000 dipendenti delle province, più i circa 2.000 precari.

Che cosa vuol dire questo per la Provincia di Lecco?

I numeri dicono che i dipendenti soprannumerari potrebbero essere circa centoventi; venticinque-trenta persone potrebbero raggiungere i requisiti per il prepensionamento entro il 2018 e, quindi, i dipendenti da collocare saranno ottantacinque-novanta. Quanti saranno ricollocati presso altri enti, o in Provincia con contratto a tempo parziale? Quanti saranno messi in disponibilità per essere licenziati dopo due anni? Intanto, non solo per dovere di solidarietà ma anche per ragioni aritmetiche, dobbiamo ricordare gli otto lavoratori e lavoratrici a tempo determinato (che in alcuni vcasi dura da sette anni) e dobbiamo aggiungere a chi, purtroppo, entrerà nella risposta all’ultima domanda, da subito le cinque colleghe e i tre colleghi e ai quali quest’anno Babbo Natale non farà il regalo di almeno un altro anno di proroga del contratto.

Per evitare di dovere gestire i drammi quando questi saranno conclamati sarebbe più saggio prevenirli, ad esempio evitando di impedire le mobilità già da ora possibile e iniziando subito una ricognizione sul territorio dei posti vacanti (Tribunale, Inps, Inail, Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, Comuni, Comunità Montane e, naturalmente la Regione), per iniziare a delineare un possibile quadro locale della mobilità dei dipendenti in esubero della Provincia.

Marco Paleari
Segretario Generale F.P. CGIL Lecco