In tanti al Brioschi per ammirare le magie del Grignone d’inverno

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grignone cresta invernale

grignone cresta invernale 2014

PASTURO – Che sul Grignone qualcosa di eccezionale fosse in atto era ben noto grazie al tam-tam dei social network (vedi nostro scorso articolo). Ma i numerosi appassionati di montagna saliti in Grignone questo weekend, anche grazie alla caparbia dei gestori del Rifugio che hanno fatto l’impossibile per riaprire il locale, sono rimasti ugualmente stupiti ed a bocca aperta davanti a tanta abbondanza di neve ed alle forme di neve e ghiaccio che si sono create con la complicità del vento.

Circa 150 le persone salite in vetta nel weekend, a piedi o con gli sci d’alpinismo, tra cui molti volti noti del mondo alpinistico lecchese, tra questi gli alpinisti Marco Anghileri e Mario Panzeri, il fotografo Alberto Locatelli con il team di ClickAlps, Sergio Longoni titolare di DFSportSpecialist e l’uomo delle ormai 3500 e più volte in cima Claudio Ghezzi, solo per citarne alcuni.

grignone cresta invernale 2014

Due i punti di partenza per l’ascesa: la Chiesetta del Sacro Cuore a Balisio ed il paese di Pasturo per i più allenati. La neve vera e propria sul sentiero inizia dalla località Pialeral. Raggiunti i Comolli, inizia il famosissimo sentiero invernale con pendenze austere in quello che viene definito “Muro del Pianto”.

E proprio ai Comolli la prima sorpresa: la baita, l’annessa ex-stalla che ospitano il bivacco Riva-Girani ed il crocifisso votivo sono letteralmente spariti, sommersi da una quantità impressionante di neve. L’unico segno del luogo è il pennone della bandiera che ora si tocca semplicemente con un dito. Sergio Longoni, proprietario del bivacco, ha scavato una vera e propria galleria nella neve per accedere al bivacco.

Una breve sosta, si calzano i ramponi e via ancora in salita; dopo aver vinto il “Muro del Pianto” gli alpinisti si ritrovano in un mondo totalmente diverso da quanto affrontato fin qui: crepe nella neve, cornici di grandezza impressionante e la via di salita che costeggia a distanza di sicurezza queste pericolose opere della natura ammirando dall’alto il versante Nord Del Grignone costellato di slavinette.

grignone cresta invernale 2014

Dopo l’ultimo tratto di cresta, ecco la meta finale di tanta fatica: la croce del Grignone a quota 2410 incredibilmente incrostata ed irriconoscibile. E poco sotto la vetta, ecco il Rifugio Brioschi, ammantato da una spessa crosta di neve e ghiaccio e sprofondato in cumuli di neve di oltre 4 metri, tanto che si camminava tranquillamente sul tetto del rifugio e dell’annessa cappellina votiva. Incredibile! Piccolo brivido per tutti quando, intorno all’ora di pranzo, la spessa crosta è scivolata dai muri sommergendo racchette e ramponi che vi erano adagiati.

Dopo un meritato pranzo al rifugio si ricalzano i ramponi e poi giù verso valle e verso la vita di tutti i giorni, con ancora nella mente e nel cuore lo spettacolo di tanta bellezza … chi a piedi, chi con gli sci, chi con metodi quantomeno originali … ma indubbiamente veloci!

Menzione d’onore finale ai due appassionati alpinisti che attrezzati di tutto punto sono stati avvistati in salita a ritmo serrato di corsa nel primo pomeriggio e che probabilmente, dopo una sudata epocale, erano già di ritorno a valle con le vetta in tasca per le 18.00, giusto il tempo di una doccia e poi con le gambe sotto la sedia per la cena!