LAV Lecco: oltre 1200 firme contro la vivisezione

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LECCO – Si è conclusa con un risultato senza dubbio positivo,  l’iniziativa indetta dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) che è scesa nelle principali piazze italiane per due weekend di sensibilizzazione e raccolta firme contro la sperimentazione scientifica sugli animali. La sezione lecchese della LAV, nelle giornate di sabato 17 e 24 marzo  in piazza Prinetti a Merate e domenica 18 e 25 marzo in piazza Garibaldi a Lecco,  è riuscita ad ottenere circa 1200 adesioni (dato approssimativo in attesa del risultato ufficiale, che verrà annunciato nelle prossime ore).

“Siamo senz’altro soddisfatti – ha commentato la coordinatrice provinciale, Silvana De Rigo – Ma la campagna di sensibilizzazione non termina qui; nei prossimi mesi torneremo con nuove iniziative.”

Entrando nel dettaglio della raccolta firme, l’associazione si è impegnata in due specifiche petizioni.  La prima, per chiedere al Governo italiano di  recepire, entro il 1 novembre 2012, la direttiva europea sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. “Un’occasione unica perché i parlamenti nazionali riesaminino la questione. Vogliamo proporre delle misure che rendano più restrittiva la possibilità di usare animali; questo a vantaggio degli stessi animali ma anche della salute umana, perché le differenze genetiche e la risposta immunitaria differente da quella dell’uomo, rendono inopportuno l’utilizzo delle cavie”.

La seconda invece è rivolta all’Unione Europea, affinché rispetti la scadenza dell’11 marzo 2013 per l’entrata in vigore del divieto totale di testare materie prime cosmetiche su animali. Una svolta senza precedenti, messa in pericolo dalla stessa Commissione Europea che sta prendendo invece in considerazione un possibile slittamento di tale data. “Purtroppo si sta profilando l’ipotesi di un ulteriore rinvio di ben 10 anni; è da notare che dal ’98 noi chiediamo la fine dei test cosmetici sugli animali”, ribadisce la dott.sa De Rigo.

Mai come in questi mesi lo scontro sulla vivisezione ha acquisito vigore e visibilità, dopo il caso “Green Hill”, il canile lager di Montichiari, e l’arrivo nel monzese di centinaia di scimmie utilizzate dall’azienda Harlan; in entrambi i casi è stata forte la risposta degli animalisti, che hanno protestato con sit-in davanti ai cancelli dei laboratori.

I dati pubblicati dall’associazione, in merito allo sfruttamento degli animali nella ricerca scientifica, parlano chiaro: nel triennio 2007-2009 sono stati uccisi a causa della vivisezione oltre 1200 scimmie e 2571 cani, per un numero complessivo di animali “sacrificati”  di 2.603.671 (in lieve calo rispetto al triennio precedente quando erano 2.735.887). Le specie più utilizzate rimangono topi (1648314) e ratti (682925), seguite da uccelli (97248), altri roditori e conigli (73362) e pesci (59881).
L’intenzione della LAV è quella di focalizzare l’interesse della medicina verso metodi alternativi all’attuale modo di fare sperimentazione, per una ricerca priva di dolore, che non coinvolga animali, predittiva e all’avanguardia.