Poste: ufficiali i tagli, sette uffici chiudono nel lecchese

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Poste_Italiane_-_signLECCO – Confermati i tagli degli uffici postali in Lombardia, ben 61 in tutta la regione e 121 i cui orari verranno razionalizzati con apertura a giorni alterni. Di questi, in provincia di Lecco si contano 7 destinati alla chiusura e 9 di razionalizzazioni.

“Questo programma di interventi è riferito agli anni 2013/14, per cui ne potrebbero seguire altri in conseguenza del Piano d’Impresa 2015/2019 – spiega Antonio Pacifico, segretario di Cisl Slp Lecco – Su tale programma abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio lombardo con pesanti disagi alla clientela”.

Nel lecchese si avvierebbero alla chiusura gli uffici postali di Beverate di Brivio, della frazione calolziese di Rossino, di Maresso frazione di Missaglia, quelli di Verderio Superiore dopo l’unione con Verderio Inferiore, quello di Sala Al Barro. A Lecco rischierebbero invece la chiusura le succursali di Acquate e San Giovanni.

Apriranno a giorni alterni invece gli uffici postali di Colle Brianza ed Ello, Santa Maria Hoé, Monte Marenzo, Carenno, Primaluna, Margno, Taceno e Pagnona. Poste Italiane avrebbe già contattato i sindaci dei Comuni interessati dai tagli, preannunciando loro il provvedimento. Le chiusure potrebbero avvenire già prima dell’estate.

“Da oggi, e per i prossimi giorni, si stanno svolgendo nelle province le assemblee nei luoghi di lavoro con un’ampia partecipazione dei lavoratori di Poste che manifestano tutto il loro disagio per le difficoltà quotidiane in cui sono costretti ad operare pur di servire i cittadini che si recano negli uffici postali” prosegue Pacifico

Tra le criticità elencate dal sindacato: la “mancanza di personale negli organici che non consentono la copertura delle postazioni di sportello e delle sale consulenza; continui quotidiani distacchi di personale da un ufficio all’altro per permetterne l’apertura ed il funzionamento; prolungamenti orario di lavoro spesso nemmeno retribuiti; obbligo mensile di consumare giornate di ferie in luogo di una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del lavoratore; postazioni e strumenti di lavoro inadeguati con sistemi informatici spesso bloccati e non funzionanti ecc…”

“Per queste ragioni – conclude il segretario Cisl – l’incolpevole personale, stanco e deluso per l’indifferenza ed i ritardi aziendali nel risolvere le problematiche da tempo evidenziate, manifesta ampia disponibilità ad intraprendere ulteriori azioni di mobilitazione che potrebbero sfociare in uno sciopero della categoria qualora l’azienda non ponga in essere azioni concrete ed interventi rapidi per risolvere le troppe criticità presenti nell’intero settore”.