Sciopero generale: alta l’adesione dei lavoratori lecchesi

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LECCO – Lavoratori in sciopero anche nel lecchese nella giornata di oggi per la mobilitazione nazionale organizzata dalla Cgil e dalla Uil contro il Job Act e le politiche economiche del Governo Renzi.

Da Lecco hanno partecipato alla manifestazione di Milano circa 600 persone che raggiungeranno il capoluogo regionale con i pullman messi a disposizione dai sindacati, ben dieci solo della Cgil lecchese.

“Un’ottima giornata e grande ed è stata grande la partecipazione; ora ne valuteremo gli effetti” ha spiegato il segretario provinciale della Cgil, Wolfango Pirelli.

Alta è stata in provincia l’adesione allo sciopero, in particolare nelle fabbriche dove i dati del sindacato sottolineano una media intorno all’80%: all’ITLA di Dolzago, secondo i dati della Fiom, avrebbe aderito allo sciopero il 70% dei lavoratori, alla Lanfranconi di mandello il 90%, alla Rodacciai di Bosisio l’80% così come alla Mossini presse e alla Bonaiti Serrature; alla Cady si è raggiunto il 90% mentre alla Carcano di Mandello ha aderito il 70% negli uffici e il 90% degli operai.

“Un risultato che rispecchia le aspettative. E’ frutto di mesi di discussione con le persone e di iniziative che hanno preparato a questo sciopero generale – ha sottolineato il segretario provinciale della Fiom, Diego Riva – ricordiamo che per i metalmeccanici queste 8 ore di sciopero si sommano alle 16 ore già effettuate in precedenza. E’ sintomo che c’è bisogno di un cambiamento di rotta da parte della politica e che c’è speranza che si possa modificare l’attuale situazione”. 

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“Le motivazioni dello sciopero sono sotto gli occhi di tutti – spiega Carmelo Orlando, segretario provinciale della Uil – con il Job Act e con la legge di stabilità il Governo sta facendo un grosso regalo alle imprese, da un lato dice di voler tutelare i giovani e dall’altro permette licenziamenti più facili per le aziende. Serve che gli sgravi fiscali vengano dati a chi investe realmente sui lavoratori e chiediamo che le tutele vengano estese a tutti e non che vengano tolte”.

Carmelo Orlando - UIL
Carmelo Orlando – UIL

Altra lotta dei sindacati è quella per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, fermo da sei anni. “Il Governo chiede a noi di fare il nostro mestiere mentre lui non fa il suo come datore di lavoro” prosegue il sindacalista della Uil.

Così, oltre allo sciopero di 8 ore dal lavoro, anche centinaia di lecchesi si sono unti alla manifestazione con partenza da Porta Venezia intorno alle 9.30 per raggiungere in corte Piazza Duomo. In piazza sono scesi  anche gli studenti per protestare contro la riforma della scuola e del lavoro e si è verificato qualche scontro con la polizia.

“Questa giornata non è un punto di arrivo ma di partenza – precisa Orlando – affinché possa esserci un reale confronto, finora negato, con il Governo che, al contrario, sa ben confrontarsi con le associazioni datoriali e non con i sindacati”.

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“Da Lecco una risposta chiara della Uil e dei metalmeccanici – commenta il segretario provinciale della Uilm, Enrico Azzaro –  La ‘ ricetta’ di Renzi non piace a quella parte del paese che da anni soffre, ha perso il lavoro, il diritto di andare in pensione e quel che peggio non da un futuro ai giovani. Non si parla di politica industriale e di investimenti. Da troppo tempo abbiamo ceduto o stanno per essere svenduti interi settori strategici a multinazionali straniere. Dal settore ferroviario, aereo spazio, alle tecnologie avanzate alle telecomunicazioni, alla siderurgia. Di questo passa non si va da nessuna parte”.

Lecco e il suo importante territorio manifatturiero, spiega Azzaro, “chiede interventi sostenibili e credibili su creare le condizioni necessarie per avviare la ripresa, senza questa, puoi dare un lavoratore gratis, l’imprenditore non sa cosa fargli fare. È’ chiaro Renzi?”