TASI: finora, solo un terzo dei lecchesi ha pagato

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pagare-tasseLECCO – Giungono le prime stime riguardo al pagamento della TASI da parte dei contribuenti lecchesi: ad una settimana dalla scadenza della prima rata, fissata per il 16 giugno, nelle casse del Comune di Lecco si contano 650 mila euro relativi al versamento della nuova tassa sui servizi indivisibili.

“Si tratta di un dato provvisorio e registrato venerdì” fa sapere l’assessore comunale al Bilancio, Elisa Corti, ricordando che le somme pagate dai lecchesi non si sono riversate direttamente nella tesoreria del municipio ma, versate con modello F24, sono transitate prima a Roma sui conti ministeriali per poi ritornare interamente a Lecco, visto che si tratta di un imposta dal carattere esclusivamente comunale e destinata a finanziare alcuni dei servizi erogati dai Comuni.

Dalla prima rata della nuova tassa, che colpisce anche le abitazioni principali, il Comune di Lecco si aspetta di incassare circa 2 milioni di euro (il gettito complessivo è di 5,05 milioni di euro), quindi all’appello mancherebbero almeno due terzi degli importi dovuti dai contribuenti del capoluogo.

“I cittadini potrebbero aver pagato anche di più – spiega l’assessore – ma il riversamento nelle casse del Comune non è ancora avvenuto. Poi c’è chi senz’altro ha approfittato del rinvio nell’applicazione delle sanzioni a luglio ed ha quindi deciso di posticipare il pagamento di qualche settimana”.

In effetti la scelta di non “multare” i contribuenti che ritardano nel versamento dell’imposta entro la fine di luglio, prima decretata da alcuni singoli Comuni come quello di Lecco e poi ribadita dal Governo, è stata accolta da cittadini, imprese e operatori del settore come una vera boccata d’aria fresca, visti i tempi estremamente ristretti tra l’approvazione dei singoli regolamenti comunali sulla nuova tassa (quindi aliquote e detrazioni) e la scadenza di metà giugno.

“Il cittadino ha più tempo a disposizione – conclude Elisa Corti – settimanalmente verificheremo le stime sui pagamenti ma il dato ad oggi in nostro possesso non  è affatto da considerare  negativo”.